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Il 7 e l’8,
secondo film di Ficarra&Picone,
vuol essere, almeno
nelle intenzioni,
un’opera compiuta
e ben congeniata capace
di oltrepassare il
semplice accostamento
di sketch che, troppo
spesso, comici sulla
cresta dell’onda
ci hanno abituato
a vedere. In una scenografica
Palermo si svolge
la storia dei due
“nati stanchi”
alle prese con un
destino beffardo.
Dopo trent’
anni, infatti, Tommaso
Scavuzzo (Ficarra)
e Daniele La Blasca
(Picone) si incontrano,
o meglio si scontrano,
secondo la classica
dinamica comica dell’incrocio,
e non si lasceranno
mai più (come,
più o meno,
recita la famosa canzone
che apre e chiude
il film). L’intreccio
del film è
piuttosto spassoso
e genera una serie
di equivoci che strappano
risate. In sintesi,
i due scoprono di
esser stati scambiati
nella culla; a Picone,
studente a vita, è
toccata la famiglia
borghese e |
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amorevole
che
era
di Ficarra,
mentre
quest’ultimo
ha dovuto
mandare
avanti
una
famiglia
meno
fortunata,
presto
orfana
di padre,
con
la sua
“libera
professione”
da delinquente.
Il guaio
è
avvenuto
per
colpa
di un
infermiere
un po’
pazzoide,
il mitico
Tony
Sperandeo
(che
incredibilmente
non
recita
né
la parte
di un
poliziotto
né
quella
di un
mafioso),
che
improvvisandosi
Dio
decide
del
destino
dei
nostri
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eroi. Ma il
fato, che
qui assume
la connotazione
precisa di
quella provvida
sventura di
manzoniana
memoria, non
è roba
da uomini
e il disegno
divino è
talmente imperscrutabile
da rendere
scettico,
circa la sua
stessa esistenza,
perfino il
Padre Superiore
(l’illustre
Arnoldo Foà)
di un monastero
dove i due
protagonisti
hanno spinto
la loro ricerca
della verità.
E il loro
perigliare
si concluderà
con la meritata
ricompensa
di vedere
le due famiglie
unite anche
se nella confusione
dei ruoli.
Ma soprattutto
il disegno
divino avrà
previsto una
ricompensa
finale anche
per il venditore
di cd falsi,
che avendo
subito per
tutto il film
le conseguenze
dei loro guai,
potrà
finalmente
prendersi
l’insperata
vendetta sui
due. Ficarra
e Picone sono
molto bravi,
anime gemelle
al maschile
costituitisi
in coppia
di fatto,
il resto degli
attori si
limitano a
fare da contorno.
La loro comicità
è in
grado di far
ridere senza
ricorrere
alla volgarità,
che oggi sembra
essere una
dote rara
nei comici,
ed il film
si vede con
piacere soprattutto
nella prima
parte, mentre
la seconda
rallenta per
l’apparire
di venature
melodrammatiche.
Un ottimo
prodotto da
consumo per
i sostenitori
del cinema-intrattenimento.
(recensione
di Delio
Colangelo
)
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