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di
Lucio De Candia
(*1/2)
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di
Rosalinda Gaudiano
(***)
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Giovanni Piras e Juan Domingo Peròn: due personaggi apparentemente agli antipodi, immigrato sardo in cerca di fortuna il primo, uomo di potere, politico e militare di professione il secondo. Eppure a partire dagli anni '50 le loro storie si sono incrociate fino a creare una vera e propria leggenda, con tanto di libri e testimonianze al seguito. D'altra parte il presidente argentino non ha mai negato le sue origini italiane (pare che spesso abbia parlato di radici sarde), così come i parenti di Piras hanno ignorato la vita del loro avo fino alle ultime, non ancora definitive, scoperte. "Identità" è un film-documentario che parla soprattutto di emigrazione. Certo la storia alla base della sceneggiatura è molto interessante, curiosa, a tratti stravagante; tuttavia ciò che affascina e coinvolge sono soprattutto le vicende |
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La grande storia dell'emigrazione è infinita, e come innumerevoli sono i nostri connazionali che sono emigrati nel passato, così lo sono i tanti non nostri connazionali, anche loro emigranti nel presente. Si partiva e si parte dal proprio paese con tanto coraggio, tanta forza e tanta speranza di poter vivere e non solo sopravvivere. Chiara Bellini, giovane regista pisana, sguardo attento ed indagatore su realtà sociali, porta sullo schermo l'intrigante storia di Giovanni
Piras e la sua leggenda mamoiadina, che lo racconta emigrato in Argentina nel lontano 1909. In quella terra le sue tracce si sono eclissate senza motivo più o meno verso il 1920, fino al momento in cui la cronaca, negli anni '50, si tesse di giallo dando a Juan Domingo Perón l'identità dello “sparito” giovane sardo Giovanni Piras. Perón, il Caudillo argentino ha sempre affermato: |
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degli italiani d'Argentina, i loro legami indelebili con la terra di origine, i racconti delle dure fatiche, gli evidenti stenti economici, il viaggio individuale che ognuno di loro ha sostenuto tra speranze e disillusioni. Sono proprio le persone intervistate, sempre disponibili e sorridenti, con il loro umorismo sanguigno e un po' antico, capaci di ricordare il dialetto delle loro terre a distanza di lunghissimi anni, ad essere i veri protagonisti del documentario. La storia principale scorre un po' contorta, a tratti poco chiara sia nello sviluppo della ricerca, sia nell'identificazione degli intervistati e delle prove documentali. Probabilmente i certificati allegati nel dvd, così come i filmati di repertorio, saranno più espliciti, fugheranno qualche dubbio di fondo, ma il film |
documentario vive di vita propria e va considerato in tutta autonomia. Lo stesso pro-nipote di Piras appare un turista per caso, coinvolto suo malgrado in questo viaggio un pò scomodo e molto lungo. Più vivo e consapevole l'impegno di Faustina Hanglin, una reporter di fatto, ma nonostante ciò coinvolta dalla ricerca, al di là della pura ottica giornalistica. Ciò che più di ogni altro aspetto non convince è la realizzazione tecnica: inquadrature lasciate al loro destino, una fotografia poco incisiva (si potrebbe parlare di non fotografia), che sminuisce la stessa animazione, ben realizzata, per via di una complessiva disarmonia cromatica; infine un montaggio incapace di dare un valore aggiunto. Nel complesso una storia interessante che avrebbe potuto essere ben più valorizzata. L'esito della ricerca, che qui non sveleremo, compare in didascalia. Forse si è trovato qualche documento? Una testimonianza che non lascia dubbi? Per capirlo bisogna intervistare la regista. |
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“il passato non merita altro che il tradimento”, e in effetti pochissimo o quasi nulla si sapeva e si sa sul suo passato. Inoltre la sua spiazzante somiglianza con l'emigrato sardo Giovanni Piras (pare sia stata proprio una sorella del Piras, guardando la televisione, a riconoscere nella persona del Peròn il fratello Giovanni) mise in
moto un intreccio che animò sia la stampa Italiana dell'epoca che quella argentina. E la cosa non è finita lì, perché i due personaggi chiave del film-documentario di Chiara Bellini: “Identità, la vera storia di Juan Piras Perón”, Piero Salerno (che è discendente della famiglia Piras) e Faustina Hanglin (giornalista e ricercatrice argentina) vogliono a tutti i costi cercare di mettere insieme i tasselli della storia e magari far luce su alcune verità. Piero Salerno e Faustina Hanglin compiono insieme un viaggio nella storia parallela dei due uomini in questione, storia che ad un certo punto si interseca per sovrapporsi nelle due identità del generale Peròn e dell'emigrante sardo Piras. Ne viene fuori una costruzione attenta di dati, documenti, supposizioni ed anche smentite. Alla fine la magia della storia Piras-Perón resta sospesa, relegata nel mistero, nella fantasia di chi, vedendo questo interessante film-documentario, voglia trarne le conclusioni che crede. Essa vuole in certo senso cullarsi su un mito, quasi una favola. E tutto questo è possibile perché Chiara Bellini compie un lavoro eccellente e molto professionale di montaggio nel fornire filmati di repertorio su Juan Domingo Peròn e sull'emigrazione in Argentina, con scene tagliate che fanno il punto sulla leggenda con interventi di Giovanni Maria Bellu e Piero Salerno. Inoltre la considerevole ricerca di gallerie fotografiche, rassegna stampa e documenti originali stampabili, costituiscono un corpus d'informazione prezioso ed attendibile. Vedere i filmati d'epoca sui discorsi “accorati” del generale Peròn al suo popolo argentino, intessuti di lodi, di ammirazioni e ringraziamenti e di una notevole grandezza ammaliatrice, ha un discutibile effetto … quello di evidenziare la consapevolezza di quanto facilmente altri popoli, nella nostra contemporaneità, possano soccombere a lusinghe e chiacchiere di venditori di fumo. Da vedere!
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