|
|
|
|
|
|
Liberamente tratto da Otello di Shakespeare, "Iago" di Volfango De Biasi racconta una storia moderna, attualissima. E' un film politico, per usare un'espressione dello stesso regista, una favola che nasce e vive su un terreno paludoso e infido, quello dell'ipocrita e cinica società contemporanea. Iago è il classico anti-eroe, il protagonista ferito che, incapace di accettare le ingiustizie subite, decide di raggiungere i suoi obiettivi, nonostante tutto. Accumunato al suo rivale da ambizione e passione, lotterà con tutte le sue forze, con mezzi ignobili e scorretti, per realizzare la sua scalata sociale e conquistare la donna che desidera. Venezia fa da sfondo perfetto a vicende intricate, oscure, a volte spiazzanti e al limite del surreale. Una regia sobria e attenta ai dettagli, insieme a una fotografia bella e sapiente, confeziona |
|
|
|
un prodotto formalmente valido, nel complesso godibile. La stessa storia, nella sua complessità e originalità, promette bene e incuriosisce. L'interpretazione dei due protagonisti è convincente, così come Gabriele Lavia è magistrale nel calarsi nel ruolo di padre ansioso e rettore senza scrupoli. Considerando la difficoltà della realizzazione del lungometraggio, si sorvola su alcune imperfezioni nel doppiaggio o su un |
|
|
|
montaggio a volte troppo ermetico e veloce. Ma arriviamo alla sostanza, ciò che dovrebbe essere l'anima di un film. Si può parlare di rivisitazione, o di sconvolgimento consapevole del testo shakesperiano, ma in realtà citare nei titoli la storia dell'Otello risulta alquanto irrispettoso. La caratterizzazione dei personaggi, salvo rarissimi casi (tra cui il rettore stesso), sprofonda davanti all'immensità delle menti create dal genio inglese, che sapeva dipingere personalità controverse, profonde, in perenne bilico tra l'amore e la violenza. Cosa accade ai protagonisti di Iago? Schiacciati dalla società e dalle sue regole, non vivono di vita propria, sono burattini che agiscono e reagiscono alle dinamiche del potere e della passione. Individui bidimensionali, incapaci di amare, inconsapevoli, lontani dal loro centro. Il messaggio di fondo sembra inequivocabile, diretto: non bisogna accettare le ingiustizie, ma agire con l'inganno e la malizia, se si vuole davvero sconfiggerle ed affermarsi al cospetto degli altri. Prescindendo dalla morale e dall'etica, sospendendo qualsisasi giudizio sull'idea di fondo del film, ci sembra che in un mondo troppo pieno di piccoli Iago e di vetrine mediatiche per la competizione a tutti i costi, non ci sia bisogno di un messaggio del genere. Preferiamo sia dato più spazio alle storie di chi, pur reagendo all'ingiustizia, continui ad andare sulla propria strada in armonia con sé stesso e la propria energia interiore, privilegiando il percorso piuttosto che la meta.
(di Lucio De Candia)
|
-
Scrivi la tua
recensione del
film "iago"! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2008.
Tutti i diritti sono riservati.
|
|
|