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recensione i love shopping
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Passi per Sex and the City The Movie e conseguenti commediole figlie e figliastre del genere ma le cugine stupide, insulse e imbarazzanti di "I love shopping", stiano alla larga.
Tratto dall'omonimo romanzo di Sophie Kinsella che inaugurņ il filone chick-lit dedicato allo shopping compulsivo, ne conserva giusto qualche suggestione. Isla Fisher (Due Single a Nozze) dall'alto delle sue Louboutin (non sapete cosa sono? allora non siete delle fashion victim!) ha la strisciata di carta di credito facile e un gusto negli abbinamenti eccessivo. La costumista č la stessa di Sex and the City, ovvero Patricia Field ma qui calca - volutamente
o no, non ci importa - la mano e l'effetto esuberanza è quanto mai stridente. Vorrebbe resistere all'impulso della spesa forzata ma a convincerla ci si mettono anche i manichini della fitfh avenue, grilli |
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parlanti maligni e accessoriati doc. Vorrebbe entrare nella redazione di una prestigiosa rivista di moda (Kristin Scott Thomas come Miranda Priestly/Meryl Streep? Non ci siamo proprio) ma finisce a far la rubrichista in una rivisticula dispensando buoni consigli per gente che risparmia. Inseguita nell'ordine: dai debiti, dall'esattore per le tasse con relativa disfatta in diretta tv, da un principino azzurro con le prada
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ai piedi e il cervello di un tredicenne, da una indefinita trama grossolana che prevedi e anticipi al microsecondo, la protagonista se la cavicchia e si impegna ma il resto, è puro saldo e avanzo di sceneggiatura. Se ridacchi è per noia, se ridi davvero e ci credi, hai un problema (lo dice anche Freud).
(di Daniela Losini)
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