HO VOGLIA DI TE
 

recensione ho voglia di te

 
Step è tornato! Lo gridino le numerose fan e accorrano a vederlo che non rimarranno deluse: il bel Scamarcio impera a tutto schermo nel ruolo del bel tenebroso che sembra tagliato su misura per lui, in un tripudio di primissimi piani, ralenty, sigarette, boccate di fumo, ammiccamenti, mezzi sorrisi, corse in moto nel cuore della notte. E’ Step, ed è tornato! Finalmente. Dopo il tormentone di 3MSC (3 Metri Sopra il Cielo) ecco puntuale quello di HVDT (Ho Voglia Di Te) con tanto di lucchetti sul ponte Milvio subitamente ripresi e polemica al seguito sul caso di levarli o meno. Il tutto proprio nel momento in cui è in uscita nelle librerie il nuovo romanzo di Federico Moccia, che a colpi di acronimi da sms, ha dato vita ad un caso letterario divenuto tra gli adolescenti un vero e proprio cult generazionale. Dopo due anni trascorsi  
 
a New York Step torna ma in mente ha ancora lei. Lei e il suo amico Pollo e un passato che anch’esso non fa che tornare. Fintanto che non spunta l’altra che sembra sapere, senza sapere come. Lui, lei, l’altra, e il più classico dei triangoli si chiude. Peccato che lei sia latitante e lui abbia perso non sappiamo dove l’odore di strada, mentre l’altra si arrabatta come può, divorata dai dubbi. E quando il tanto sospirato incontro  
avviene, lungamente atteso dentro e fuori lo schermo, si tramuta in delusione. Una breve gara clandestina in motocicletta e la vita da teppista di quartiere e già bella che finita. Il resto non è che offra grandi temi di discussione. Apprezzeranno gli adolescenti, più avvezzi alla sinteticità del T9 che ad un linguaggio attento alle sfumature. Se poi “Ho voglia di te” sembra montato da un cieco, o se, nel trattare sentimenti e rapporti umani, procede per qualunquismi e massimalismi con la delicatezza di un elefante, poco importa. Ci bastino Tiziano Ferro elargito a piene mani, romanticherie di grana grossa, tre metri sopra il cielo che campeggia sulla strada, affermazioni apodittiche sull’amore eterno, pianti, singhiozzi e interrogativi esistenziali, frasi da baci perugina della cui verità non spiegata non possiamo fare altro che prenderne atto. Se non ci bastano forse siamo noi ad essere fuori posto, ma allora, adolescenti per adolescenti, meglio quelli di “Notte prima degli esami”.


(recensione di Mirko Nottoli )

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