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David Ayer, regista
di “Harsh Times
- I giorni dell’odio”,
ha concentrato il
suo obiettivo sull’idea
che questo film, attraverso
la narrazione del
racconto, desse un
messaggio forte sulle
personalità
“disturbate”
e irrecuperabili,
di militari americani,
rientrati in patria,
alle prese con il
ripristino della vita
di tutti i giorni,
di cittadini americani.
Una storia che affronta
il momento successivo
del rientro in patria
dalla guerra del Golfo
del militare americano
Jim Davis (Christian
Bale), legato da un’amicizia
profonda dai tempi
di gioventù
a Mike Alvarez (Freddy
Rodriguez). Dopo essere
tornato dalla guerra
del Golfo, Jim Davis,
non riesce a reinserirsi
correttamente nel
contesto sociale.
Continuamente alla
ricerca di un lavoro
che mai arriva, ossessionato
dagli incubi della
guerra che gli ha
sconvolto la mente,
si logora l’esistenza
in scorri- |
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bande
notturne
nei
bassifondi
di Los
Angeles,
sempre
in compagnia
del
suo
fidato
amico
Mike
Alvarez,
come
lui
disoccupato.
Il suo
obiettivo
è
la conquista
di un
lavoro
nella
polizia
di Los
Angeles,
che
gli
permetterà
di sposare
la sua
fidanzata
messicana,
innamorata
di lui.
Il sodalizio
tra
Jim
e Mike
presto
si rivela
distruttivo
e funesto.
Entrambi
si convincono
che
possono
tener
testa
alle
bande
di spacciatori,
e tranquilla- |
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mente ubriacarsi,
fare uso di
droghe, accomunati
dagli stessi
e grotteschi
interessi.
Ma i passi
falsi alla
fine non tardano,
e per i due
“amici
per la pelle”
il prezzo
che pagheranno
sarà
irrimediabilmente
alto. David
Ayer, attraverso
il connubio
del patto
dell’amicizia,
tratta la
trappola della
fedeltà
nell’amicizia,
quando questa
non lascia
più
spazio alle
personalità
individuali,
ma le accomuna
talmente,
da fonderle
in un unico
progetto di
vita. Per
Ayer non è
stato facile
portare a
termine un
progetto come
“Harsh
Times”,
ritenuto dai
produttori
troppo indipendente.
Lo stesso
regista, nonché
sceneggiatore
di questo
film, lo ha
realizzato
attingendo
dalle proprie
risorse economiche.
Il risultato
alla fine
mostra che
ne è
valsa la pena.
Il film convince
per l’articolazione
della storia,
per l’uso
delle immagini
girate in
16mm. che
ben illustrano
l’ambientazione
misera dei
bassifondi,
ritraendo
spazi stretti,
angusti e
bui. Unico
neo che toglie
non poco merito
al film è
il finale
scontato,
che alla fine
lascia a bocca
aperta lo
spettatore,
dopo scene
e sequenze
incisive e
selvagge sulle
maledette
avventure
di questi
due “innamorati”
amici.
(recensione
di Rosalinda
Gaudiano
)
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times"! |
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