HALF LIGHT
 

half light recensione

 
Demi Moore, da qualche anno a questa parte, centellina le sue intepretazioni e sceglie un thriller soprannaturale (impossibile quindi non citare “Ghost” a proposito) per ricomparire a tutto schermo. Cede di nuovo al fascino del melò col fantasma, interpretando una scrittrice che predilige il mistero e l’inspiegabile. Ha una casa in riva al lago, un amato marito anch’egli romanziere e un figlio adorato. Un brutto giorno le acque lacustri inghiottono il pargolo e la serenità si interrompe. Vanno a rotoli matrimonio, vita e ispirazione. La soccorre un’amica che la trasborda in Scozia: distese verdi, mare in tumulto, scogliere e suggestivi paesaggi. Cominciano però ad accadere strane cose: la donna percepisce messaggi che paiono mandati dal figlio e osserva strane e inquietanti coincidenze. Anche una donna incontrata nel villaggio,  
 
sembra essere a conoscenza della sua tragedia ma soprattutto, in grado di vedere lo spettro della progenie. A rimpolpare l’ordito anche di buoni sentimenti, c’è il guardiano del faro. Un solitario pronto a riaprire il suo cuore dopo un doloroso abbandono. La pellicola oscilla tra il melodramma più prevedibile e le tipiche atmosfere da sesto senso, sviando la tensione con intermezzi da commedia romantica. Di nuo-  
vo c’è che, oltre a omaggiare dichiaratamente i vecchi maestri cui il regista Craig Rosemberg s’ispira (Hitchcock spruzzato di certe reminiscenze alla Henry James e al suo “Giro di Vite” nonché le tipiche ghost-story anni cinquanta), “Half Light” cerca di emanciparsi contaminando la visione col dubbio. Forse la donna è dilaniata dai sensi di colpa? I fantasmi sono solo proiezioni e incubi ai quali il rimorso dà corpo? O forse davvero è in pericolo e deve essere avvertita? Cupe ambientazioni e soluzioni nebulose di trama la fanno da padroni, lasciando che la chiarezza si perda nei meandri di troppi risvolti improvvisati e segreti nascosti. Così, quando scorrono i titoli di coda e tentiamo di ricomporre il puzzle, sappiamo che qualcuno ha truccato le tessere e che non siamo stati noi i disattenti.

(di Daniela Losini )

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