HAIRSPRAY
 

hairspray recensione

 
In principio era John Waters (indovinate un po’ chi è l’esibizionista che a inizio film si apre l’impermeabile davanti ad un paio di attonite passanti?). Poi venne il musical, a Broadway. Ora, Hairspray - Grasso è bello, torna al cinema in versione “commedia hollywoodiana per famiglie”. La storia è quella di Tracy che nonostante le forme abbondanti sogna di ballare nella sua trasmissione televisiva preferita: il Corny Collins Show. Ce la farà, nonostante il peso, nonostante l’ostilità della reginetta del programma, nonostante la mamma che teme l’infrangersi dei suoi sogni. Ce la farà perché siamo a Baltimora, U.S.A., la terra dove tutto è possibile basta credere in se stessi! Musiche trascinanti, ambientazioni sixties, coreografie retrò, litri di lacca per capelli, cast all star, ritmo spumeggiante ed happy end in linea col tono leggero e ironico della pellicola  
 
diretta da Adam Shankman, già regista di Missione Tata, Prima o poi mi sposo e di altre commedie di spessore analogo tendente allo zero. John Travolta nei panni oversize di Edna che fu della mitica Divine, così conciato è di una bruttezza rara. Ma sono sufficienti le prime note di una musica dance, un timido accenno di danza, un globo rotante ricoperto di specchi, che i finti chili di troppo si dissolvono per lasciar  
posto all’immagine sinuosa del vecchio Tony Manero re indiscusso delle balere. Dalla brillantina (grease) alla lacca (hairspray) la battuta, come il passo, è breve. Una carriera la sua iniziata col ballo, punteggiata dal ballo, che al ballo periodicamente torna, come omaggio, come citazione, come un primo amore che non si dimentica. Come al ballo si concede quando può e come può l’impareggiabile Christopher Walken (ricordate il video weapon of choice di fat boy slim?) con quella sua faccia da scombussolato cronico e i capelli pettinati con la corrente elettrica. La sequenza di loro due che volteggiano tra i panni stesi è di sicuro la migliore della pellicola, di quelle che, come si dice, valgono il prezzo del biglietto. La classe non è acqua d’altronde. Sorprende la giovane Nikky Blonsky, per la prima volta sullo schermo, per la verve, l’agilità che si fa beffe della mole, la disinvoltura, il sorriso contagioso solo un po’ troppo naif. Sorprende Michelle Pfeiffer per la bellezza che essendo vera bellezza sa come si porta qualche ruga. Sorprende anche James Marsden per chi si era abituato a vederlo impalato e sfigatissimo negli X-men e in Superman returns. Qui invece balla, canta e sembra pure simpatico. Insomma sorprendono un po’ tutti i componenti di un cast azzeccato e completamente calato nella parte (ci sono anche Queen Latifah, Zac Efron, Brittany Snow). Se a tutto questo si aggiunge un sottotesto multirazziale, un messaggio universale di tolleranza contro ogni forma di discriminazione, che sia verso i grassi, verso i neri, verso qualsiasi credo religioso non ha importanza, il gioco, forse facilino, forse ruffiano (nulla a che vedere con l’irriverenza caustica e sardonica del re del trash) che decreta il successo di Hairspray è presto fatto. E’ un musical e quindi canti, balli e gorgheggi a go go, fino allo sfinimento. Per molti sì, ma non per tutti. Vi abbiamo avvertito. Astenersi perditempo.

(recensione di Mirko Nottoli )

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