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recensione good morning aman
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Claudio Noce aveva presentato il suo cortometraggio "Aria" nel 2005 al Festival di Berlino e con la stessa opera aveva vinto un Nastro d'Argento e un David di Donatello. "Good morning Aman" č il primo lungometraggio del regista romano ed č stato inserito nella Settimana della Critica alla Sessantaseiesima Mostra del Cinema di Venezia e viene ora distribuito nelle sale da Cinecittā Luce. Il film parla di due uomini. Aman (Said Sabrie), un ventenne italiano ma nato a Mogadiscio che si arrabatta tra lavoretti e mille sigarette, non riesce proprio a dormire; anche Teodoro (Valerio Mastrandrea), ex pugile stretto nella morsa della depressione, ha problemi di sonno. I due si incontrano sulle terrazze dell'Esquilino: si aiutano a vicenda a tirare avanti cercando di risolvere i propri problemi. Nasce tra di loro un'amicizia |
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tenera ma non sdolcinata che sarā destinata ad accompagnarli nel difficile percorso della risoluzione dei loro problemi interiori. La storia č una di quelle minime, senza molti fatti salienti, ma che tenta di affrontare temi duri come l'integrazione delle persone di colore e l'angoscia di vivere. La prima parte del film effettivamente convince con nettezza, grazie ad una regia mobile che, con l'impiego di ralenti e a musiche |
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azzeccate, dona connotati di lirismo a momenti apparentemente insignificanti. In più il film ha il pregio di un'ambientazione nitida e di un realismo senza dubbio credibile. Dopo un po' però "Good morning Aman" comincia a diventare ripetitivo sia sul versante formale che su quello contenutistico. Il percorso formativo dei personaggi si frammenta fino a perdere di intensità e sul finale si avverte come se ci fosse la mancanza di un convincimento serio sul destino dei protagonisti. Insomma il film, man mano che guadagna le soglie dell'epilogo, è ridondante e trattenuto. E questo ne pregiudica purtroppo il risultato complessivo. Bravi comunque gli interpreti. Peccato per Anita Caprioli, che è confinata nella parte della ragazza di cui si innamora Aman, Sara: un personaggio appena abbozzato e che non calza a pennello addosso alle caratteristiche attoriali della Caprioli. Il cineasta Claudio Noce non è ha ancora il fiato sufficiente per correre sul lungo raggio, ma ci si può aspettare che, facendo tesoro delle imperfezioni di quest'opera prima, sarà in grado di far meglio in futuro. Non male comunque come debutto.
(di Marco Santello )
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