|
|
|
|
recensione giustizia privata
|
|
Al principio fu l'Enigmista, poi l'ondata torture porn ha estremizzato il genere horror, ricoprendolo di sangue e budella come non avveniva dagli anni Ottanta. Adesso, il torture porn si insidia anche nel thriller. Questa evoluzione era già insita nell'elaborata trama della fortunata serie Saw e il regista F. Gary Gray (Be Cool, The Italian Job) la cavalca con una certa eleganza in Giustizia Privata. Clyde Sheldon (Gerald Butler) assiste impotente all'uccisione della moglie e della figlia per mano di due criminali che si erano introdotti in casa. Si affida alla giustizia, ma il suo avvocato, il pubblico ministero Nick Rice (Jamie Foxx), decide di patteggiare con i criminali. Dieci anni dopo Clyde è pronto a mettere in atto una complessa strategia per farsi giustizia da sè, piegando alla sua volontà e al suo ingegno il sistema giudiziario che reputa ingiusto. La violenza esplici- |
|
|
|
ta raggiunge notevoli apici in alcune scene, sottolineata anche da un uso meta-linguistico della telecamera - anche qui, il riferimento all'opera di James Wan & Leigh Whannell è piuttosto esplicito. Tra l'altro la complessità del disegno deviante, unita con l'intento redentivo/pedagogico del macchiavellico protagonista, autorizza un ulteriore paragone con l'ormai classico Seven di David Fincher. |
|
|
|
L'ultimo film di Gray sarà apprezzato dagli amanti del thriller virato all'horror, dando non poco filo da torcere anche agli amanti dei rompicati. Sostenuto da un ritmo incalzante e da trovate di montaggio molto significative, il film è qua e là alleggerito da momenti di sferzante ironia, che lancia i suoi strali contro i difetti del sistema giudiziario statunitense. Azzeccate le figure dei due complessi protagonisti, che si fronteggiano arroccati nelle loro due opposte posizioni: entrambi sono personaggi sfumati, in cui bene e male convivono in modo umanissimo, ma sono allo stesso agli antipodi. Il PM Rice, che poi viene nominato procuratore, è un uomo perbene, ma convive abbastanza serenamente con l'idea che nel proprio mestiere sia talvolta necessario giungere a compromessi con i colpevoli dei reati più atroci. Clyde, invece, che ha visto la propria vita distrutta da un crimine efferato, pretende una giustizia piena e senza vie di mezzo e per averla è pronto a superare il limite estremo. L'angelo vendicativo Gerald Butler , parlando del suo personaggio racconta l'idea con la quale è riuscito a costruirlo: "Pensavo: 'potrei essere io, potresti essere tu. Come ci comporteremmo in una situazione del genere? ' Volevo che gli spettatori comprendessero il suo dolore. Ridi insieme a lui, ne resti affascinato, ma nel profondo sai che è una persona distrutta". In effetti la sua interpretazione, lungi dall'essere appiattita in una duro machismo, rende molto bene le varie sfumature emotive del personaggio. Interessanti anche i background sui quali i due co-protagonisti si stagliano, segno ulteriore di una sceneggiatura che, sorvolando su qualche meccanismo poco oliato, funziona molto bene lungo tutto l'arco del film. Un film nel complesso convincente e coinvolgente, pur non brillando per originalità.
(di Maria Silvia Sanna )
|
-
Scrivi la tua
recensione del
film "Giustizia privata"! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2008.
Tutti i diritti sono riservati.
|
|
|