che fare col dormire nello stesso letto e una figlia (
Teresa Di Gregorio, lo stesso cognome non è casuale) un po' fricchettona che approfitta della sua gentilezza. Un giorno, istigato da un amico, Gianni decide di andare alla ricerca di un'avventura extramatrimoniale, giusto per dimostrare a se stesso e agli altri che può farlo anche lui. Fa un po' tenerezza vedere quest'uomo ubriacarsi della bellezza delle passanti, posare lo sguardo inebetito direttamente dentro la scollatura di una fruttivendola, tentare approcci goffi e disperati con la badante dell'anziana madre, con una pittoresca amica di famiglia da poco divorziata e con un'ancora affascinante ex fidanzata. Disorientato e inebriato Gianni sembra un ventenne che torna single dopo una lunga storia d'amore e si lanci nella ricerca di avventure per dimenticare il recente lutto. In realtà non è affatto single e l'unica cosa che vorrebbe rimuovere, ma che si fa via via più evidente, è l'avanzare della vecchiaia. Ed è proprio questo il soggetto che percorre tutto il film, fin dalla prima scena: attraverso la lente del rapporto con l'altro sesso si esplora il tema spesso rimosso della terza età in maniera ironica e leggera (se ancora si chiama terza età quella che inizia intorno ai sessant'anni). Vengono alla luce i vizi e le virtù del'uomo medio italico e sotto lo sguardo impietoso dell'autore le figure maschili appaiono come creature inette del tutto dipendenti dalle donne: Gianni, pigramente asservito a una madre-matrona e a una moglie-madre, il suo miglior amico Alfonso (
Alfonso Santagata) all'indecoroso inseguimento di donne più giovani e dai costumi discutibili, Michelangelo (
Michelangelo Ciminale), fidanzato della figlia, pigro e vagamente parassitario, alla mercé delle decisioni della ragazza.
(recensione di Maria Silvia Sanna)