GIANNI E LE DONNE - RECENSIONE
 
locandina gianni e le donne
Locandina "Gianni e le donne"

gianni e le donne - recensione

 
Protagonista, regista e co-sceneggiatore del film, Gianni di Gregorio (che aveva esordito alla regia cinematografica nel 2008 con il Pranzo di ferragosto) con Gianni e le donne ci regala una riflessione lucida e disincantata sull’inizio dell’ultima stagione della vita di un uomo, creando un personaggio che č un’emanazione caricaturale ma palesemente autobiografica di se stesso. Una storia comica e un po’ amara, a tratti grottesca, che riprende le fila della commedia all’italiana masticando il dolce e l’amaro con la stessa eleganza e con una certa rassegnazione. Nel film, Gianni č un uomo sulla sessantina, servizievole al punto da aver dimenticato i propri desideri, impregnato della malinconia che accompagna il tramonto, soffocato da un mondo matriarcale in cui tutte le donne lo trattano come un bambino o  
 
come un vecchio (che poi a volte è proprio la stessa cosa). Ha una ingombrante madre quasi centenaria, che non fa che richiedere le sue attenzioni e comandarlo a bacchetta, interpretata con nobile petulanza da Valeria de Franciscis Bendoni, una moglie lavoratrice ( Elisabetta Piccolomini ) che lo tratta come un figlio e sembra aver del tutto rimosso quella specifica sfera dei “doveri coniugali” che ha a   recensione gianni e le donne
che fare col dormire nello stesso letto e una figlia (Teresa Di Gregorio, lo stesso cognome non è casuale) un po' fricchettona che approfitta della sua gentilezza. Un giorno, istigato da un amico, Gianni decide di andare alla ricerca di un'avventura extramatrimoniale, giusto per dimostrare a se stesso e agli altri che può farlo anche lui. Fa un po' tenerezza vedere quest'uomo ubriacarsi della bellezza delle passanti, posare lo sguardo inebetito direttamente dentro la scollatura di una fruttivendola, tentare approcci goffi e disperati con la badante dell'anziana madre, con una pittoresca amica di famiglia da poco divorziata e con un'ancora affascinante ex fidanzata. Disorientato e inebriato Gianni sembra un ventenne che torna single dopo una lunga storia d'amore e si lanci nella ricerca di avventure per dimenticare il recente lutto. In realtà non è affatto single e l'unica cosa che vorrebbe rimuovere, ma che si fa via via più evidente, è l'avanzare della vecchiaia. Ed è proprio questo il soggetto che percorre tutto il film, fin dalla prima scena: attraverso la lente del rapporto con l'altro sesso si esplora il tema spesso rimosso della terza età in maniera ironica e leggera (se ancora si chiama terza età quella che inizia intorno ai sessant'anni). Vengono alla luce i vizi e le virtù del'uomo medio italico e sotto lo sguardo impietoso dell'autore le figure maschili appaiono come creature inette del tutto dipendenti dalle donne: Gianni, pigramente asservito a una madre-matrona e a una moglie-madre, il suo miglior amico Alfonso (Alfonso Santagata) all'indecoroso inseguimento di donne più giovani e dai costumi discutibili, Michelangelo (Michelangelo Ciminale), fidanzato della figlia, pigro e vagamente parassitario, alla mercé delle decisioni della ragazza.


(recensione di Maria Silvia Sanna)


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