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GIALLO/ARGENTO - RECENSIONE |
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Locandina "Giallo/Argento" |
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Giallo/argento - recensione
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Torino. L'ispettore Enzo Avolfi (Adrien Brody), uomo dal passato oscuro e segnato da un tragico accaduto, indaga su di un serial killer sadico e pericoloso. Quando la bella modella Celine scompare, la sorella Linda (Emmanuelle Seigner) si rivolge ad Avolfi, il quale capisce subito di essere dinanzi all'ennesima vittima del killer. I due iniziano così a muoversi insieme nel tentativo estremo di salvare Celine. 'Giallo', il killer, tortura, sevizia ed uccide le sue vittime, come riflesso di una infanzia vissuta nell'emarginazione e nella sofferenza. L'ultimo film di Dario Argento fa
acqua da tutte le parti. La storia è poco originale, tentenna e sembra priva di personalità. La sceneggiatura è scialba, i dialoghi senza alcuna profondità. Gli attori maldestri e poco convincenti. Se Adrien Brody, che interpreta un doppio ruolo: quello |
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dell'ispettore e del serial-killer Flavio Volpe (grazie ad un trucco che lo rende pressoché irriconoscibile), si impegna nel tentativo –fallimentare- dell’ispettore freddo e ispessito da un tragico passato, sempre ombroso e taciturno, Emmanuelle Seigner, invece, è del tutto fuori posto e fuori luogo. Non un dialogo appropriato, né uno sguardo intenso. Non c'è intensità psicologica (nonostante la trovata |
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delle infanzie tristi), né profondità estetica o stilistica. Dal punto di vista narrativo non c'è nulla di nuovo, né il film crea un minimo di suspance e di adrenalina. Forse l'ultima parte, più dinamica e movimentata, regala qualche attimo di ‘luce'. Film uscito nel 2009 negli Usa, ma poi bloccato in seguito ad un contenzioso tra Brody, Argento e la produzione americana, in Italia è uscito un anno dopo direttamente in home video. Ora nelle sale cinematografiche italiane, ma i tempi di Profondo Rosso e Suspiria sono molto lontani.
(recensione di Rossana Pia Morrone)
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