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Due anni fa ebbe un
discreto (non strepitoso)
successo “Garfield”,
film ispirato al personaggio
ideato più
di 25 anni fa dal
disegnatore Jim Davis
per il “Chicago
Suntimes”. Il
gattone (pigro, indolente,
vorace, obeso, ipocrita,
egoista, maldestro...
ma anche intelligente,
furbo, sveglio e soprattutto
capace di amore ed
altruismo), protagonista
di una delle più
popolari serie a fumetti
che appaiono da anni
su centinaia di quotidiani
in ben 11 nazioni,
ha rilanciato nel
cinema americano l’animazione
mista (computer graphic
3D tra persone live),
tanto di moda negli
anni Sessanta e Settanta.
La perfetta fusione
di immagini digitali
e attori in carne
ed ossa costituiva
la fonte di principale
interesse del primo
film, ma ora non è
più una novità.
Volendo girare un
secondo episodio occorreva
creare un soggetto
e una sceneggiatu- |
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ra con
qualche
invenzione
che
potesse
suscitare
curiosità
e un
rinnovato
interesse.
I realizzatori
del
film
invece,
colpevolmente,
hanno
intrapreso
la strada
più
facile:
un pizzico
de “Il
principe
e il
povero”,
un pizzico
de “La
carica
dei
101”,
un pizzico
de “Il
Dottor
Dolittle”…
(ma
l’elenco
potrebbe
continuare
fino
alla
noia)
e con
un assemblaggio
piatto
e stanco
hanno
escogitato
una
storiellina
banale
e prevedibile,
vista
e rivista |
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e che ruota
intorno al
solito scontato
incontro-scontro
tra animali
e umani. Battute
non particolarmente
brillanti,
qualche situazione
volgarotta,
gag risapute
e che non
brillano per
originalità
caratterizzano
questo “Garfield
2” (il
sarcasmo a
volte un po’
cinico, l’humour
quasi noir
che imperavano
nel numero
1 qui appaiono
di meno) che
presenta l’aggravante
di avere due
protagonisti,
Breckin Meyer
e Jennifer
Love Hewitt,
insipidi,
senza personalità,
facilmente
dimenticabili
(molto meglio
il cattivo
di turno,
Billy Connolly,
perfetto nel
ruolo dello
sgradevole,
patetico e
ambiguo Lord).
Un film che
forse piacerà
ai più
piccoli (un
pubblico ben
più
giovane di
quello a cui
le strisce
di Jim Davis
erano indirizzate)
ma molto meno
agli adulti
(di costoro
il regista
Tim Hill sembra
non tener
affatto conto).
p.s. Scrive
giustamente
Diego Altobelli:
“La
voce di Fiorello,
che sostituisce
quella di
un più
congeniale
Bill Murray,
serve solo
a mettere
in mostra,
come se ce
ne fosse ancora
bisogno, il
grande talento
del nostro
show-man”.
(di Leo
Pellegrini
)
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recensione del
film "Garfield
2"! |
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