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Dall'Irlanda arriva questo film semplice, privo di abbellimenti retorici, con poche ambizioni ma qualche bella considerazione su cui soffermarsi. La regia è di Lenny Abrahamson. L'iconografia è quella consueta della verde terra gaelica che conosciamo ma con una venatura di irriducibile malinconia: all'occhio della spettatore appaiono immensi scenari dominati da campi e pascoli, i binari di una ferrovia su cui non passa alcun treno, una piccola città di provincia con persone stanche e disilluse, un vecchio con la barba bianca che porta a spasso il cane, una panchina scalcinata sulla riva di un fiume, un cavallo dimenticato dietro una staccionata. E dentro tutto questo c'è la storia di un uomo. La storia è quella di Josie, una candida e modesta persona che lavora in una desolata stazione di servizio e conduce la propria esistenza |
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in solitudine. Josie è quello che oggi potremmo definire un disadattato, incapace di far del male agli altri ma anche terribilmente ingenuo. La sua vicenda si complica quando un ragazzino di quindici anni lo affianca al lavoro, e Josie senz'alcuna malizia lo prende a sé come un amico, condividendo con lui le gioie e i piaceri della sua esistenza monotona. Ma tra questi piaceri ci sono, inavvertitamente, le bevute di
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birra e la sprovveduta visione di un film pornografico. Errori involontari, innocenti, frutto dell'inesperienza e della semplicioneria di Josie. Ma errori purtroppo che marchieranno la sua condotta agli occhi degli altri e peseranno sulla sua vita. E che faranno di Josie una vittima su cui si accaniranno ancora di più la crudeltà e la presunzione di chi, nei sui confronti, si sente normale e quindi migliore. Josie è un reietto, un emarginato che solo qualcuno per compassione ha voluto relegare in una decrepita e sporca stazione di servizio, all'interno di una landa che all'apparenza sembra lontana dai clamori e dal frastuono della globalizzazione imperante. Ma siamo sicuri che Josie sia alla fine il vero escluso, il vero condannato? Chi lo decide? Forse una società che si sta sempre più omologando in tutti i suoi aspetti ovunque si vada o che comunque riesce anche ad influenzare i modi di pensare delle persone anche quando non è in grado di arrivare con i suoi slogan assordanti e con i suoi palazzoni di cemento? O sono i soliti, inveterati pregiudizi dell'uomo? Sono queste le considerazioni di fondo che ci lascia questo film, dal ritmo lento e caratterizzato dalla straordinaria interpretazione di Pat Shortt nel ruolo del protagonista. E, in conclusione, le nostre considerazioni ci faranno seriamente riflettere su chi sia davvero il reietto, il déraciné della situazione, se Josie o forse qualcun altro.
(di Michele Canalini)
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