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recensione Gandhi
my father
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La vera storia di
Harilal Gandhi, figlio
del noto Mahatma,
debole e insicuro
perché poco
amato da un padre
grande e ingombrante,
e troppo distante
dalle sue esigenze,
dalle necessità
di un uomo che ha
bisogno dell’affetto
incondizionato di
un genitore. Un biopic
indiretto o, per meglio
dire, duplice, che
si dipana lungo la
dicotomia del doppio
ritratto, di Harilal
e Mahatma Gandhi,
e delle due anime
che vibravano dentro
quest’ultimo:
il padre della nazione,
grande e ispirato
rivoluzionario che
ha saputo capire la
natura del suo popolo
e la sua forza; e
il padre, naturale,
che non è riuscito
a vedere la personalità
di suo figlio, né
ad ascoltare il suo
bisogno di affetto,
ignorandone le debolezze.
Khan realizza un film
di ampio respiro,
curato nei dettagli
ed equilibrato nei
ritratti, ma spesso
enfatico e decisamente
troppo lungo. Il taglio
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televisivo,
esemplificato
nei
numerosi
e prolissi
dialoghi,
appesantisce
il racconto,
svilendo
lo stimolante
approfondimento
psico-filosofico,
in cui
spicca
il dilemma
tra
onesta
neutralità
e amorevole
partigianeria.
E anche
il colorato
dipinto
dell’India
della
liberazione
e della
difficoltà
degli
affetti
si annacqua,
perdendo
forza.
Rimane
una
ricostruzione
più
che
dignitosa,
utile
a ripensare
la grandezza
della
persona
Gandhi
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a ricordare
i limiti di
ogni uomo.
(recensione
di Dario
Bevilacqua
)
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Scrivi la tua
recensione del
film "Gandhi
my father"! |
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