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Dalla Spagna di Zapatero arriva questa commedia ironica di Nacho Garcia Velilla su amori gay, famiglie ricostituite e problematiche sentimentali: il materiale sembra tanto ma il prodotto che alla fine ne esce non č certamente dei migliori. Il protagonista (l'almodovariano Javier Camara) č un cuoco omosessuale che gestisce un ristorante nel quartiere gay di Madrid e fa della sua nouvelle cuisine un manifesto raffinato della propria vita e delle proprie tendenze artistiche: ma ad animare e complicare la sua esistenza, oltre ai collaboratori in cucina, arrivano prima un bel calciatore argentino che ha smesso con l'attivitā agonistica e poi i due figli, avuti da un matrimonio precedente la sua presa di consapevolezza della propria natura omosessuale. Gli elementi in gioco sono tanti e l'argomento è di quelli che recentemente la cinematografia ha  
 
preso spesso in considerazione: ma il taglio dato a questa pellicola risulta eccessivo, sovraccarico e paradossalmente il film diventa lungo e anche un po' stancante agli occhi dello spettatore. Lo stesso protagonista, di nome Maxi, avrebbe potuto essere rappresentato come un uomo intelligente, sensibile e dotato di una sottile carica d'ironia, come possono avere solo le persone d'animo particolarmente delicato: e   recensione fuori menù
invece ci appare come una macchietta talvolta anche irritante, capace soltanto di mettere in scena le caricature di gesti, atteggiamenti e posture che generalmente vengono attribuiti con malizia e invidia ai gay. Anche altri aspetti potevano essere affrontati con un piglio più accorto: il tentativo di riunione e di riappacificazione di un padre con i due figli abbandonati in passato per sfuggire alle proprie paure, le insicurezze sentimentali delle persone in cerca di affetto, la paura di rivelare agli altri i propri sentimenti, i disagi degli uomini di tutti i giorni, sono tutte occasioni di sviluppo narrativo che non vengono sfruttate. E anche la chiave della comicità non serve a far decollare questa pellicola; manca proprio quel riscatto di certe tematiche che ancora oggi sono avvolte da un'atmosfera di reticenza e di tabù, forse anche nella stessa Spagna così moderna e così avanti nella conquista dei diritti civili e democratici di tutti i cittadini. O forse è solamente il fatto che il film non è riuscito bene, diciamo come un figlio di Almodovar che non assomiglia per niente al padre.

(di Michele Canalini)


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