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recensione fratelli in erba
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Produzione indipendente fortemente voluta dallo stesso regista e attore Tim Blake Nelson, "Fratelli in erba" è una tragicomedia, o se si preferisce una commedia nera dal percorso tortuoso ed imprevedibile, imbevuta dei sapori inconfondibili dell'America rurale e di un'ingenua passione provinciale. L'umorismo latente, insito nei gesti e negli sguardi, si combina con una sottile ironia verbale, mentre la filosofia classica e la poesia si confondono con la violenza e la tragedia del
vivere radicata nel passato dei protagonisti. Il ritorno a casa di Bill è il tipico viaggio dell'eroe alla ricerca di sé stesso: scosso nel
profondo proprio quando credeva di aver raggiunto l'equilibrio perfetto, lo stimato professore deve fare i conti col passato e reincontrare la sua terra, la madre e i tanti ricordi. La razionalità si scontra con la realtà, con l'istinto e i bisogni, la vita |
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dei protagonisti inizia a scorrere veloce in un percorso intricato, illogico, e gli eventi hanno la meglio imponendosi davanti alla volontà umana come nella più classica tragedia shakespeariana. Non c'è certo bisogno di cantare le lodi di Norton ma riteniamo che la sua interpretazione in "Fratelli in erba" rimarrà una delle sue più memorabili, prova di un eclettismo e di un'empatia scenica davvero rari al giorno d'oggi. |
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Una menzione particolare per il "cattivo" Richard Dreyfuss, capace di dipingere con pennellate leggere e magistrali il ruolo del boss ebreo Pugh Rothbaum e per Susan Sarandon, discreta ed equilibrata, ma al tempo stesso fortemente incisiva nella parte della madre dei gemelli. In conclusione un film divertente e colto, basato su una sceneggiatura che al tempo stesso è uno dei punti di forza e il limite dell'opera: l'originalità, i colpi di scena e la intricata complessità sorprendono e garantiscono una visione più che piacevole, tuttavia il contenuto e il messaggio di fondo, se pur non banali, sono forse stati già troppo sviscerati nel cinema di genere e non solo. Quasi naturale l'accostamento alla pellicola francese "Louise-Michel", fenomeno cinematografico di due stagioni fa: dal confronto si ha la sensazione che alla storia, in fin dei conti, manchi qualcosa.
(di Lucio De Candia )
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