alcuni adolescenti
pronti a cercare
di combattere
il sistema.
Ecco dunque
venire alla
luce i metodi
per lo sfruttamento
di mano d'opera
clandestina,
le conseguenze
nefaste che
gli allevamenti
intensivi
di bovini
cresciuti
ad antibiotici
hanno sull'economia
e sull'ambiente,
quello che
succede nei
mattatoi privi
di controlli
igenico sanitari
adeguati,
lo spaccio
di droga interno
alle catene
di montaggio
della carne
per far sopportare
i turni e
la vista del
sangue agli
operai, l'uniformità
di odori e
produzione
dei cibi eseguita
in laboratorio
grazie ad
aromi artificiali,
i grandi marchi
di franchising
che uniformano
ogni città
americana,
la mancanza
di coraggio
dei manager
che non possono
o non vogliono
fare niente
per cambiare
le cose pena
la perdita
del proprio
benessere.
Linklater,
regista di
School of
Rock, non
ha lo sguardo
d'autore necessario
per mantenere
alto il livello
del racconto
e si prodiga
nel non far
mancare colpi
bassi e effetti
splatter,
come nel caso
del climax
finale del
mattatoio,
come se appunto
non sapesse
che per mangiare
la carne sia
duopo uccidere
le mucche.
Certo le intenzioni
alla base
di Fast Food
Nation sono
nobili e assolutamente
condivisibili.
Non mancano
momenti indimenticabili
come il dialogo
tra il manager
Greg Keaner
e Bruce Willis,
uomo dell'azienda
pronto a fare
il lavoro
sporco. "ognuno
deve mandare
giù
un po' di
merda per
mantenere
le cose come
stanno, e
poi la piastra
è settata
sul calore
necessario
ad uccidere
tutti i germi".
Resta comunque
un film che
mostra una
necessità
di voler cambiare
le cose e
se è
vero che siamo
ciò
che mangiamo,
allora siamo
messi davvero
molto molto
male.
(recensione
di Sara
Sagrati
)