FAST FOOD NATION
 

recensione fast food nation

 
Da dove arriva la carne che mangiamo? Qualche tempo fa sui giornali era possibile leggere un'inchiesta realizzata dall'Unione Europea in cui era stato chiesto a bambini delle scuole elementari dove abitassero i polli. "Al supermercato" era stata la risposta più frequente. E' possibile pensare che se chiedessero la stessa cosa ai bambini americani a proposito delle mucche, probabilmente risponderebbero che vivono a casa di Ronald MacDonald. Guardando Fast Food Nation, è lecito immaginare che anche il regista Richard Linklater lo pensasse prima di leggere il libro shock di Eric Schlosser che porta alla luce il dietro le quinte delle catene di fast food. Il suo modo di affrontare questa annosa questione infatti sembra quello di un giovane e arrabbiato studente di terza media nel suo tema di attualità. La storia prende il via quando  
 
viene scoperto che il livello di batteri fecali all'interno degli hamburger Big One della fittizia catena di fast food Mickey's è alle stelle e il marketing manager Greg Keaner viene inviato alla fabbrica per capire e risolvere il problema. Su questa trama si intrecceranno le storie dei clandestini messicani portati a lavorare al mattatoio, le conseguenze sugli allevatori della zona e sull'ambiente circostante e le storie di  
alcuni adolescenti pronti a cercare di combattere il sistema. Ecco dunque venire alla luce i metodi per lo sfruttamento di mano d'opera clandestina, le conseguenze nefaste che gli allevamenti intensivi di bovini cresciuti ad antibiotici hanno sull'economia e sull'ambiente, quello che succede nei mattatoi privi di controlli igenico sanitari adeguati, lo spaccio di droga interno alle catene di montaggio della carne per far sopportare i turni e la vista del sangue agli operai, l'uniformità di odori e produzione dei cibi eseguita in laboratorio grazie ad aromi artificiali, i grandi marchi di franchising che uniformano ogni città americana, la mancanza di coraggio dei manager che non possono o non vogliono fare niente per cambiare le cose pena la perdita del proprio benessere. Linklater, regista di School of Rock, non ha lo sguardo d'autore necessario per mantenere alto il livello del racconto e si prodiga nel non far mancare colpi bassi e effetti splatter, come nel caso del climax finale del mattatoio, come se appunto non sapesse che per mangiare la carne sia duopo uccidere le mucche. Certo le intenzioni alla base di Fast Food Nation sono nobili e assolutamente condivisibili. Non mancano momenti indimenticabili come il dialogo tra il manager Greg Keaner e Bruce Willis, uomo dell'azienda pronto a fare il lavoro sporco. "ognuno deve mandare giù un po' di merda per mantenere le cose come stanno, e poi la piastra è settata sul calore necessario ad uccidere tutti i germi". Resta comunque un film che mostra una necessità di voler cambiare le cose e se è vero che siamo ciò che mangiamo, allora siamo messi davvero molto molto male.


(recensione di Sara Sagrati )

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