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ELIZABETH
- THE GOLDEN AGE |
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di
Claudio
Montatori
(***)
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L’atteso
sequel di “Elizabeth”,
è approdato
alla sala Petrassi
dell’
Auditorium di
Roma, dove è
in atto la seconda
Festa del Cinema.
“Elizabeth,
The Golden Age”,
del regista
anglo-indiano
Shekhar Kapur,
è un
film sontuoso,
con qualche
difetto, con
qualche imprecisione
storica, ma
visivamente
affascinante.
Magnificamente
interpretato
da Cate Blanchett
che con il primo
film della serie
si era vista
assegnare una
nomination all’Oscar
nel 1998 e che
in quest’ultimo,
accompagnata
dallo stesso
cast, regna
sovrana su tutti,
non solo per
il personaggio
che interpreta,
come è
ovvio, ma per
la sua performance
artistica di
grande qualità
e fascino. Chi
ama le ricostruzioni
storiche al
cinema non deve
perdere questo
film dai costumi
sgargianti e
dalla recitazione
a tratti commovente
per l’intensità
che |
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Gli
anni d'oro del
regno elisabettiano
sono trasfusi
in un paio di
ore sostenute
e barocche nelle
quali solamente
sua maestà
Cate Blanchett
riesce a non
annegare nelle
crinoline inamidate
e nella dura
legge del sequel.
Brilla senza
sosta come una
gemma tra i
cocci di vetro.
Regina bellissima,
brutta e sciatta
e poi raggiante
innamorata senza
speranze per
dovere di corte
e - infine -
fierissima elfa
cavallerizza.
Shekhar Kapur
realizza un
denso e arzigogolato
seguito di "Elizabeth"
a distanza di
quasi dieci
anni, forte
della presenza
carismatica
di Geoffrey
Rush (il consigliori),
del magnetismo
di Clive Owen
ovvero Sir Walter
Raleigh (tutto
d’un pezzo
sulla prua del
vascello reale
contro la guerra
che infuria)
pregno di regali
intrighi, battaglie
al largo delle
coste contro
l'Armada Spagnola,
vaticini oscuri
e sotterranee
invidie umane.
Re Filippo II |
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gli attori danno
all’interpretazione
dei personaggi.
Siamo nel 1585,
Elisabetta I
regna ormai
da 27 anni sul
popolo inglese,
il suo potere
è ormai
consolidato,
grazie anche
al suo consigliere,
Sir Francis
Walsingham (l’ottimo
Geoffrey Rush),
e la sua fama
di regina vergine
contribuisce
non poco a farla
amare da tutta
la nazione.
Ma non mancano
i complotti
interni, il
più temibile
dei quali vede
coinvolta Maria
Stuarda (la
brava Samantha
Morton). Ma
il pericolo
più inquietante
viene dal re
di Spagna, Filippo
II (Jordi Molla)
che fa costruire
un’intera
flotta che sarà
chiamata L’invincibile
Armata, con
la quale tenterà
di invadere
il suolo inglese
per detronizzare,
in nome di un
cattolicesimo
integralista,
la regina protestante,
detta “la
bastarda”.
Ma le questioni
politiche non
sono il sale
del film che
scava nell’animo
del personaggio,
nella sua solitudine
sentimentale
a cui si è
votata, rifiutando
le offerte di
matrimonio di
principi e re,
tra i quali
lo stesso Filippo
II e che rinuncia
ad amare Sir
Walter Raleigh
(il fascinoso
Clive Owen che
sembra ispirarsi
per questo personaggio
a Erroll Flynn),
un seducente
avventuriero
dei mari, da
cui è
fortemente attratta.
Cate Blanchett,
che nell’arco
di dieci anni
si è
conquistata
i favori del
pubblico e della
critica, dei
registi e dei
colleghi, viene
salutata al
suo arrivo in
conferenza stampa
da un sincero
e fragoroso
applauso, segno
della favorevole
emozione con
cui la maggior
parte dei presenti
ha accolto il
film. Accompagnata
dal regista
e da Geoffrey
Rush, dice a
proposito della
scelta di interpretare
per la seconda
volta lo stesso
personaggio:
“Non potevo
rifiutare, era
presente l’intero
cast del film
precedente,
sarebbe stato
imperdonabile”.
Capelli biondi,
vestita con
semplicità
da un abito
di Alberta Ferretti,
il suo fascino
continua ad
ammaliare anche
fuori dello
schermo e Geoffrey
Rush dice di
lei: “Cate
fa scelte potenti
e pericolose,
imprevedibili,
capisco la sua
esitazione,
ma Elizabeth
è un
personaggio
adatto a una
grande attrice.
Sembra che l’attrice
abbia preteso
di dare consigli
anche per il
montaggio, e
infatti dice:
''io non sono
una pedina da
spostare sul
set qua e la',
lo troverei
noioso''. A
questo proposito
dice il regista
''Amo lavorare
con questi attori
che dominano
il set, con
loro e' meglio
fare un passo
indietro, buttare
dalla finestra
il proprio ego''.
Questa sera
ci sarà
per lei, come
ieri è
stato per Monica
Bellucci, la
passerella sul
tappeto rosso
e poi una cena
a Castel Sant’Angelo
illuminato da
fiaccole. Saranno
presenti il
sindaco di Roma
Walter Veltroni,
l’ambasciatrice
australiana
Amanda Vanstone,
lo stilista
Giorgio Armani,
il ministro
per le pari
opportunità
Barbara Pollastrini
e una vecchia
conoscenza come
Kabir Bedi,
grande amico
del regista
Kapur.
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di Spagna posseduto
dal fervore
religioso, con
la complicità
di Maria Stuarda
(Samantha Morton)
e il beneplacito
della Chiesa,
ordisce l'eliminazione
della Regina
bastarda per
ristabilire
l'ordine nelle
cose. Gli farà
da braccio destro
armato il clero,
capitanato dall'emissario
senza scrupoli
(Rhys Ifans.)
Maniera e virtuosismi
asettici sono
a alternati
a momenti di
lucida inventiva
(che fu l'elemento
precipuo che
ci convinse
della bontà
originale del
primo episodio)
e stagnanti
pesantezze di
narrazione,
mixate a polverosa
retorica e melensa
sofferenza da
regnanti. In
discontinuo
equilibrio tra
il fuilleton
di classe e
il desiderio
di reinventarsi.
Monumentale,
come gli abiti
di satin e le
parrucche perfette
ma mancano immediatezza,
novità
e sporcizia
graffiante.
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