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Una calda e colorata Santa Barbara ci introduce nel mondo di Jane, abilissima pasticciera reduce da un fallimento matrimoniale all'apparenza lasciato alle spalle. Una vita trascorsa per crescere i tre figli ormai grandi e vaccinati, un futuro che spaventa poiché depositario di una solitudine tanto probabile quanto difficile da tollerare. Il ritorno di fiamma con l'ex marito, ormai risposato con una venticinquenne, e l'incontro con il suo timido e gentile architetto, portano la donna a ricercare un nuovo equilibrio nella sua vita e a riconsiderare il rapporto con i propri figli. Maryl Streep appare a suo agio nei panni
della protagonista, autoironica, lunatica, un po' frustrata, concedendoci tuttavia e suo malgrado una valanga di esclamazioni e risatine che finiscono per stancare lo spettatore; colpa probabilmente di una sceneggiatura |
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molto lunga, che insiste troppo sugli aspetti centrali del film (scombussolamento sentimentale, indecisione, squilibrio emotivo), evitando di approfondire i ruoli dei coprotagonisti il cui comportamento a volte appare forzato se non poco plausibile (in primo luogo non si spiega l'improvviso reinnamoramento del marito, non
solo non approfondito ma rimasto del tutto inspiegato). La riuscita fotografia del film, capa- |
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ce di illuminare gli ambienti e i cibi con una vivacità mai forzata o gratuita colma in qualche modo la schematicità di una regia senza infamia e senza lode colpevole di imbrigliare i due contendenti maschili nel recinto del loro compitino. Probabilmente considerato il genere e il target del "prodotto" non ci si poteva attendere di più, tuttavia le belle sorprese sarebbero sempre gradite anche quando si affrontano temi quotidiani e poco impegnati, soprattutto se il budget e il cast tecnico garantiscono alte potenzialità di partenza.
(di Lucio De Candia )
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