DYLAN DOG - RECENSIONE
 
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Locandina "Dylan Dog"

dylan dog - recensione

 
Se vi aspettate di ritrovare il personaggio affascinante creato da Tiziano Sclavi nel 1986 o di riconoscere lo spirito del fumetto, vi sbagliate di grosso. Ciò che resta dell’originale Dylan Dog è la ‘divisa’, giacca nera e camicia rossa e la cabriolet maggiolone (che nel film, però, è nera per problemi di copyright). Fondamentalmente, all’inizio la sceneggiatura di The Dead of night non era ispirata in prima persona dall’opera tradotta di Sclavi; ma quando il copione è pervenuto a Kevin Munroe (remake in 3D delle Tartarughe Ninja), il regista, appassionato e creatore di fumetti non è riuscito a non accostarlo a Dylan Dog. Che poi, sia chiaro: il Dylan Dog americano, tradotto, ha perso molto del carattere e dei personaggi dell’originale. E di questo ha risentito profondamente il film, privato di un personaggio chiave come Groucho,  
 
sostituito bonariamente ed ingenuamente da uno zombie amico di Dylan interpretato da Sam Huntington che apporta al film alcune delle scene più ‘divertenti'. L'investigatore dell'incubo, stanco del suo ruolo da intermediario tra i vivi e i morti, ha deciso di fare il detective privato; vive a New Orleans (e non a Londra) e si ritrova in un mondo dove vampiri e licantropi la fanno da padroni. Siamo ben lungi dallo spirito   recensione dylan dog
dell'originale Dylan Dog, secondo fumetto più venduto in Italia, dopo Topolino e tra i più apprezzati e tradotti all'Estero; lontani dall'ironia cinica, lontani dall'anti-eroe che si ritrova a dover fare i conti con la sua solitudine pronto a barcamenarsi tra i problemi di questa vita .. e dell'altra. Il film è una sorta di puntata allungata di Buffy, dove gli effetti speciali sono ai minimi termini e dove quello che dovrebbe essere grottesco e divertente si trasforma in ridicolo. A cominciare da Brandon Routh, il protagonista che interpreta Dylan: troppo belloccio, poco espressivo che poco si presta ad un ruolo tanto affascinante e misterioso. La storia è stata annacquata affinchè potesse allargarsi ad un vasto pubblico e si limitasse al semplice e vago diverimento. Per i fans resta comunque un appuntamento: anche semplicemente per poter ritrovare alcune citazioni e nomi legati al fumetto (Bonelli, l'editore; Sclavi, l'autore: sono due dei personaggi del film).

(recensione di Francesca Casella)


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