DUE PER UN DELITTO
 

due per un delitto recensione

 
Tratto dal romanzo di Agatha Christie “By the Pricking of my Thumbs” (Sento i pollici che prudono), “Due per un delitto” è ben riambientato in Francia dal regista Pascal Thomas, già apprezzato per “La Debuttante”. Il film inizialmente sembra non entusiasmare, con dialoghi non troppo convincenti e una rappresentazione un po’ teatrale, ma ci vuole poco perché la storia prenda corpo, risvegliando l’interesse dello spettatore. Chi non conosce Agatha Christie e il suo talento nel giocare con i propri personaggi rimarrà sorpreso da questo giallo che ha i toni della commedia e che proprio nelle battute garbate, nei personaggi fuori dal comune e nelle situazioni un po’ folli trova le sue armi migliori. Prudence e Belisaire Beresford sono una coppia di agenti segreti protagonisti di molte avventure della scrittrice inglese, qui  
 
alla loro ultima apparizione. Prudence, ormai ritiratasi, non si rassegna a rimanere inattiva e non appena fiuta un mistero nelle morti alla casa di riposo Sunny Slopes si mette subito ad indagare. Inizia così il suo viaggio sulle tracce di Rose Evangelista, un’anziana ospite misteriosamente scomparsa, interpretata da una bravissima Geneviève Bujold, gloriosa attrice francese qui al ritorno sulle scene dopo molti an-  
ni di inattività. E’ un viaggio che ci trasporta nel mondo surreale di un apparentemente tranquillo paesino di provincia; non a caso gli indizi sono scanditi da un quadro che riproduce una casa - che riaffiora come in un sogno dai ricordi della protagonista - e dai volti degli abitanti raffigurati su un muro, quasi a voler sottolineare come la trama, i luoghi e i protagonisti fanno parte di un unico affresco tracciato dalla mano di un artista un po’ folle. Sono proprio la leggerezza e il ritmo del film a renderlo piacevole, anche quando le indagini si fanno più complesse e perfino Belisaire Beresford deve mettere da parte il suo lavoro per rintracciare la moglie, ormai coinvolta nei misteriosi complotti del piccolo paese. Emblematica la frase: “Ti ho sposata perché eri una di quelle donne che non ti lascia un momento di respiro e in tutti questi anni non mi hai mai deluso”. Solo quando è il momento di tirare le somme, svelare il mistero e spiegare ogni cosa, il film perde il ritmo e l’allegria che lo avevano accompagnato, ma nel complesso è un film che lascia la sensazione di aver trascorso una bella serata al cinema.

(di Flavio Nani)

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