DUE PARTITE
 
locandina due partite

recensione due partite

 
"Due partite" è un ulteriore esempio dell'intermedialità che contraddistingue il cinema contemporaneo. Tratto dalla commedia teatrale diretta da Cristina Comencini, a sua volta scrittrice di una successiva trasposizione letteraria, approda infatti nelle sale con un passaggio di testimone ad un regista uomo, Enzo Monteleone. La storia di base viene in linea di massima mantenuta, con una serie di mutamenti necessari all'adeguamento ad un medium differente rispetto a quello originale. La natura tipicamente femminile della rappresentazione teatrale rimane poi invariata (e torna anche il cast) così come la bipartizione del racconto che tratteggia la condizione della donna in due epoche differenti, quella precedente all'emancipazione, negli anni '60, e quella dei giorni nostri, nella quale  
 
l'universo femminile si è definitivamente affrancato. Queste due porzioni ruotano intorno alle tematiche che da sempre hanno contraddistinto l'appartenenza al gentil sesso. Madri e figlie parlano quindi di amori, tradimenti, maternità, lavoro e ovviamente di uomini. È un campionario piuttosto variegato che comprende giovani single desiderose di avere un figlio, donne fedifraghe intrappolate in un matrimonio   recensione due partite
di convenienza e musiciste costrette a rinunciare alla loro passione per una vita coniugale. Il tutto filmato in un'unica location (la casa di Beatrice, il personaggio interpretato da Isabella Ferrari) senza sbalzi temporali (seguendo pertanto l'unità di tempo, oltre che quella di luogo) e con una certa tendenza alla verbosità (con moltissimi dialoghi che si susseguono). Nonostante qualche momento di stanca e un messaggio di fondo in parte semplicistico, "Due partite" si salva grazie a un ottimo cast, esclusivamente femminile, all'interno del quale si segnalano Paola Cortellesi, in una parte diversa da quelle che le vengono solitamente assegnate e Claudia Pandolfi, sempre a suo agio nei ruoli tormentati. Insomma, un film accettabile, consigliato soprattutto ad un target femminile, più idoneo nel rapportarsi ai temi trattati (al pubblico maschile potrebbe sembrare in alcuni punti irritante). Non a caso, esce in concomitanza con l'8 marzo, la "Festa della Donna".

(di Sergio Grega )


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