DREAMGIRLS
 

dreamgirls recensione

 
Bill Condon, nominato all’Oscar per la sceneggiatura di “Chicago”, autore di “Kinsey”, premio Oscar per la migliore sceneggiatura di “ Demoni e Dei”, firma la regia e la sceneggiatura di questo film, che si rifà al musical teatrale scritto da Tom Eyen, con le musiche di Henry Krieger. La storia, ci ricorda il trio canoro delle “Supremes”, di cui faceva parte la grande Diana Ross. Siamo nella Detroit degli anni sessanta, momento in cui la musica sound fa il suo esordio. Profondamente radicata nell’anima della popolazione di Detroit, la musica esprime con forza sentimenti ed emozioni di un’America scossa da risentimenti sociali e politici. Durante una serata che presenta talenti canori locali, viene apprezzato a prima vista un gruppo di tre ragazze: “le Dreamettes”, costituito dalla bella Deena Jones (Beyoncè Knowles), Lorrell Robinson  
 
(Anika Noni Rose) e la cantante leader del gruppo Effie White (esordiente sullo schermo la bravissima Jennifer Hudson). Il trio è ambizioso e vuole emergere, anche se le ragazze si presentano con parrucche chiassose e vestiti alla buona. Cantano canzoni scritte dal fratello di Effie: C. C. (Keith Robinson), che riesce alla fine a scrivere dei pezzi che caratterizzano il gruppo, tanto da renderlo visibile. Le Dreamettes verran-  
no notate da Curtis Taylor jr. (Jamie Foxx) venditore di automobili, che aspira a creare personaggi celebri nell’industria musicale e produrre veri talenti, ma con il suo marchio di creazione personale e soggettiva, insomma realizzare un buon prodotto commerciale da vendere. Il destino di queste tre ragazze assume così una connotazione inaspettata. Curtis le affianca al cantante del nuovo sound di Detroit James Thunder Early (l’inedito Eddie Murphy), che incanta il pubblico con la sua elettrizzante fusione di soul e rock’n’roll. Non solo il gruppo cambia vita, ma anche il nome. Da Dreamettes si passa al gruppo delle “the Dreams”. Successo, applausi, soldi. Tutto però ha un prezzo nel mondo sfolgorante dello spettacolo. E così non tardano ad arrivare anche gelosie, tradimenti, ed ogni sorta di miserie legate al successo ed ad una vita vissuta nell’illusione che il palcoscenico sia lo specchio della vita reale. “Dreamgirls” è un film che senza dubbio ci regala delle emozioni anche forti, legate alla musica soul, rock, ai canti gospel che la brava Jennifer Hudson intona con forza e vigore. All’inizio, quando in “Dreamgirls” si ribadisce con tenacia il concetto della “famiglia”, lo spirito di gruppo è coinvolgente, e affianca molto bene il fine del raggiungimento di un prodotto musicale che possa sbalordire anche come prodotto commerciale. Ma Condon lascia troppo la narrazione all’emozione delle canzoni, agli spettacoli sfolgoranti di luci e di colori di cui i brani musicali sono i principali protagonisti. Tutta questa carica musicale si sopporta a fatica, ed alla fine una nota di stanchezza trapela dallo scorrere di scene con cantanti che cantano, e continuano a cantare. Il colpo di grazia in “Dreamgirls”, Condon lo dà con la scena in cui Effie, ormai rimasta sola, fuori dal gruppo, si cimenta in un canto a dir poco straziante, lungo e lamentoso. Alla fine, il film chiude con una nota di malinconia, che riesce, meno male, a scuotere lo spettatore.


(recensione di Rosalinda Gaudiano)

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