DRAQUILA - L'ITALIA CHE TREMA
 
locandina draquila l'italia che trema

recensione draquila

 
Che dire? Tanto, per citare Moretti, tutti sanno già tutto su Berlusconi, chi voleva sapere già sa e chi non vuole sapere. Il terremoto a L'Aquila, Bertolaso, la protezione civile, il G8 e le case con lo spumante regalato dal presidente del consiglio. Tutto giusto, tutto sacrosanto quello che Sabina Guzzanti sostiene nel suo nuovo film-documentario, Draquila: pungente la satira, efficace la costruzione del racconto, concreta l'emotività e l'indignazione di fronte ai contenuti, agghiaccianti come i due imprenditori che se la ridono al telefono nel cuore della notte alla notizia della tragedia. E poi le escort, e poi Patrizia D'Addario, e poi il centro benessere e i massaggi a luci rosse, i grandi eventi con cui gestire i soldi pubblici in barba a qualsiasi regolamentazione e poi ancora il lodo alfano, il legittimo impedimento, noemi  
 
letizia, il caso Mills, fino al recente "mezzanino" di Scajola pagatogli da non si sa chi a sua insaputa. Sono passati 4 anni dalle parole di Moretti e continua a sapersi sempre tutto. In sala si finge di scandalizzarsi ma a voler esseri onesti il sentimento che si prova è un altro, e cioè un vago senso di fastidio e noia incipiente dato dall'ormai assodata sterilità del tutto. Perché se è vero che non si possono magnificare i pregi   recensione draquila l'italia che trema
della democrazia a proprio piacimento, allora non si può nemmeno soprassedere sul fatto che Berlusconi continua a vincere qualsiasi tornata elettorale da 15 anni a questa parte, l'ultima non più di un mesetto fa. Sempre per citare Moretti, Berlusconi ha già vinto, 20 o 30 anni fa con le sue televisioni ci ha cambiato la testa. E chi pensa che è stato qualcosa di pianificato a tavolino, una sorta di lungo lavaggio del cervello per portarci vent'anni dopo a dove siamo adesso, a creare una manica di zombi da governare a comando, non è altro che un illuso amante di sterile dietrologia, uno che crede di consolarsi delle proprie miserie cercandone le cause fuori da sé quando invece il germe è all'interno ed è innato. Il processo è stato molto più naturale e immediato, le televisioni di Berlusconi ci hanno fatto vedere quello che noi volevamo vedere, quello che lui - non a caso - voleva vedere. Non ci ha rincoglioniti, eravamo già coglioni. Come è un'illusa la Guzzanti se pensa che per Berlusconi il terremoto sia stata una manna dal cielo per risollevare la sua immagine minata dalle innumerevoli figuracce perché Berlusconi di scandali e figuracce ci campa. Se poi si volesse fare gli avvocati del diavolo, ruolo che riveste sempre una certa attrattiva, all'unica obiezione vera che la controparte può muovere alle accuse della Guzzanti, la Guzzanti stessa non ha saputo rispondere un granché bene. Perché quello che sta dietro ai fatti è importante ma forse sono più importanti i fatti. Ovvero: di case ce n'era bisogno e di case ne sono state costruite nei modi che conosciamo, ma alla domanda: e durante gli altri terremoti che si è fatto? la Guzzanti è dovuta andare fino ad Amsterdam per trovare un esempio di efficienza migliore. Allora, invece di dileggiare Berlusconi, di Berlusconi bisognerebbe semplicemente fregarsene e cominciare a concentrarsi su se stessi, a lavorare sulla cultura, sull'impegno, lo spessore morale, la trasparenza, la serietà. Non sono astrazioni. Dalla Puglia ci giungono notizie confortanti.

(di Mirko Nottoli)


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