DR. PLONK
 
locandina dr. plonk

recensione: dr. plonk

 
Presentato in anteprima nella sezione Extra della Festa del cinema di Roma 2007, “Dr. Plonk” è un esperimento molto particolare destinato esclusivamente ad un pubblico disposto a recepire un prodotto singolare e per molti aspetti eccentrico. Girato come un film muto, con pellicola obsoleta e macchina da presa a manovella, la vicenda, ambientata nel 1907, narra di uno scienziato che, casualmente, attraverso una serie di calcoli astrusi, scopre che il mondo finirà nel 2008. Dopo aver sottoposto la sua scoperta alle autorità australiane e, dopo essere stato successivamente deriso, il dottor Plonk ha un’idea geniale. Progetta una macchina del tempo e con l’aiuto di Paulus, aiutante sordomuto e pasticcione, della moglie e del fedele cagnolino Tiberius, affronta un viaggio nel futuro col fine di recuperare una  
 
prova che certifichi quanto è emerso dai suoi studi. E così, attraverso una serie di riferimenti ai due grandi filoni del cinema delle origini (per intenderci quello più fantastico alla Méliès e quello invece più quotidiano alla Lumière) e attraverso situazioni e gag tipicamente chapliniane, il regista De Heer, conosciuto per la sua capacità di proporre opere molto diverse sia da un punto di vista tematico che sotto   recensione dr. plonk
l’aspetto della realizzazione, riesce a veicolare in questo film tutto il suo amore per la settima arte e, soprattutto, non limitandosi ad un mero omaggio cinefilo, a ricavare una storia interessante di per sé e piacevole da seguire. Non mancano tuttavia difetti imputabili ovviamente alla particolarità del prodotto. Tra questi si potrebbero ezidenziare in primis l’eccessiva ripetitività della colonna sonora che, inizialmente coinvolge ma col passare dei minuti diventa a tratti ingombrante (musiche realizzate dalle Stiletto Sisters in collaborazione con Samantha White). Parimenti deprecabile è la durata della pellicola: un’ora e 24 minuti per un film muto sono forse un po’ troppi, specialmente se si considera che alcune parti risultano talvolta piuttosto fitte e, di conseguenza, un taglio avrebbe sicuramente giovato alla fruizione della storia. Nonostante questi limiti, ci sentiamo però di consigliare caldamente “Dr. Plonk” a tutti gli spettatori innamorati del cinema delle origini e a tutti quelli che apprezzano lavori eccentrici e sperimentali. Chi è più ancorato alle produzioni hollywoodiane dei giorni nostri, invece, potrebbe trovare il film vetusto e superato.


(di Sergio Grega )


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