DORIAN GRAY
 
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recensione dorian gray

 
"Un po' ti invidio, hai tutto ciò che conta avere: bellezza e giovinezza." Così recita l'Henry Wotton interpretato dall'affascinante e sempre più sorprendente Colin Firth, quando conosce Dorian Gray. Ed è una delle fondamenta del romanzo che ha ispirato questo adattamento, diretto dal regista Oliver Parker. La bellezza, una delle ossessioni e un vero e proprio lascia-passare nella società vittoriana in cui è vissuto Oscar Wilde. Eppure, a distanza di più di un secolo, quest'opera ha una risonanza enorme anche ai giorni nostri. Lo sceneggiatore Toby Finlay, si è accollato un ruolo difficile; reinterpretare per il cinema il romanzo più famoso di Oscar Wilde, aggiungendoci tinte horror e rock'n'roll e travisandone, in parte il messaggio. Protagonista di questa storia è l'ingenuo e giovanissimo Dorian Gray (qui, Ben Barnes ) che ha la fortuna di  
 
essere spaventosamente attraente. La sua bellezza non passa di certo inosservata, tant'è che un pittore, Basil Hallward (Ben Chaplin) decide di ritrarlo in un suo dipinto. Ben presto entra in scena il cinico e misterioso Henry Wotton (il su citato Colin Firth ) che con i suoi numerosi aforismi sulla vita e sulla bellezza inizierà Dorian ai piaceri della vita e alla perdizione e convincerà (involontarialmente) il ragazzo a   recensione dorian gray
vendere l'anima al diavolo: il suo quadro invecchierà al suo posto, lasciandogli bellezza e giovinezza.. dannandolo, per sempre. Se dovessimo contare le differenze tra il romanzo e il film non basterebbe una recensione; in questo film, purtroppo, ogni personaggio perde il suo spessore. L'affascinante e carismatico Henry Wotton, diventa un capriccioso e superficiale omuncolo e il pittore Basil Hallward si limita ad essere una semplice comparsa e movente. Nulla da dire sull'interpretazione di due grandi attori come Colin Firth e Ben Chaplin che, assieme alla frizzante e coraggiosa Rebecca Hall (che interpreta un ruolo inventato nel film, Emily Wotton, la figlia di Colin Firth) e all'inglesissima Fiona Show (vi ricordate Zia Petunia di Harry Potter?) costituiscono un'apparato recitativo quasi eccellente e variopinto. Ben Barnes (fu Principe di Narnia) è carino e credibile nel ruolo dell'ingenuo e goffo Dorian; molto di meno quando si trasforma in sciupafemmine-frequentatore di bordelli. Il film scorre superficialmente, lasciandosi sfuggire la storia, soffermandosi troppo sugli aspetti edonistici della vita di Dorian e perdendo di vista uno dei messaggi più importanti del romanzo: la celebrazione dell'arte che è eterna e va oltre la vita. Eppure, come direbbe Henry Wotton "C'è una cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé". E questo film, sincuramente, nel bene o nel male, farà parlare di sé.

(di Francesca Casella)


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