DIVERSO DA CHI?
 
locandina diverso da chi?

recensione diverso da chi?

 
Che cosa succederebbe se un politico gay di centrosinistra - Piero Bonutti (Luca Argentero) - difensore a oltranza della minoranza che rappresenta e simbolo di un rinnovamento che scuote la sonnacchiosa quotidianità di una cittadina del "profondo sud", vincesse per puro caso una candidatura a Sindaco e su consiglio del compagno/marito con il quale vive da anni - Remo (Filippo Nigro) - fosse costretto a corteggiare politicamente il proprio esatto opposto: una centrista bigotta, bacchettona e un filino repressa - Adele Ferri (Claudia Gerini) - con la quale, a lungo andare, non solo riesce ad accendere la sintonia giusta per la guida del partito, ma finisce addirittura con l'andarci a letto? Beh, in fondo di questo si tratta, e forse non è un caso che la sceneggiatura, scritta da Fabio Bonifaci nel 2004 - già autore di  
 
"Lezioni di cioccolato" e "Amore, bugie & calcetto" - abbia preso vita proprio in questo periodo. In un clima reso caldo dal ping-pong mediatico su temi come omosessualità, politica e famiglia che non ha risparmiato niente e nessuno: Festival di Sanremo compreso. Senza nulla togliere al merito del regista Umberto Carteni, che anzi ci ha regalato una commedia di costume piuttosto piacevole, "Diverso da chi?"   recensione diverso da chi?

assomiglia più a un contenitore pieno di spunti critici appena sfiorati che a un bel film. Per quanto le riflessioni contenute siano toccanti e pregne di significato, il tutto vola basso, o al contrario troppo in alto per poter immergere lo spettatore in quei piccoli drammi che forse richiederebbero un'amara ironia. Restituendo quindi un senso sì leggero e frizzante, ma forse un po' troppo schiavo di quel 'voler far ridere' legato alla commedia nostrana. Ma gli elementi per essere apprezzato in fondo ci sono tutti, dal cameo di attori, alla scorrevolezza della vicenda che passa attraverso satira politica e amore per il compromesso. Sì, perché uno degli elementi più inaspettati della pellicola è proprio un ritratto bipartisan tutto comico - merito di Antonio Catania e Giuseppe Cederna - che colma lo spettatore di genuine risate, a spese da una parte di una 'ipotetica' destra tronfia e leghista, dall'altra di una sinistra ironicamente cinica, tutta somigliante all'attuale Pd. Le battute si susseguono veloci e l'autoironia ne tesse i legami. Per quanto riguarda il compromesso, invece, i tre protagonisti non sono in fondo degli eroi tradizionali e anzi portano con loro una rosa di responsabilità e pregiudizi che, intrecciandosi e scontrandosi in corso d'opera, fanno emergere la domanda spontanea: diverso. ma diverso da chi? Piero è preso al centro di due fuochi, l'amore coniugale per Remo e l'insolita passione per Adele. Entrambi lo tirano da una parte e dall'altra, a volte nella stessa direzione, rammentandogli responsabilità e doveri, tanto da fargli perdere il senso della realtà, della misura. Annullando ogni schema nascerà il ritratto di un nucleo familiare improbabile, ma ovviamente colmo d'amore. Tutto moderno, insomma, ma politicamente corretto giacché il nulla osta dal Centro Cattolico per il Cinema c'è stato, e il film, prima o poi, verrà proiettato in qualche sala parrocchiale.


(di Marco Trani)


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