DIARIO DI UNA TATA
 

recensione diario di una tata

 
Annie, laureata con ottimi voti, sbarca nella Grande Mela in cerca di una buona occupazione spronata dalla madre. Incoccia in un lavoro che dovrebbe essere temporaneo e invece si rivela a tutto tondo, un impiego impegnativo e fagocitante. Si scontra in Central Park con un ragazzino e la di lui scicchissima, impegnatissima, depressissima, altezzosissima madre, Miss X (Laura Linney che nei panni della “rich-bitch” è assai credibile) che la incoraggia ad accettare il lavoro di tata. Le grisaglie di Mister X le indossa l’infallibile Paul Giamatti, bolso, antipatico e laido supermanager. Annie entra così nel girone infernale delle madri benestanti e ipersensibili che si occupano di qualunque cosa: dal corso per gestire i conflitti alle serate di beneficenza sino allo shopping selvaggio salva-matrimoni. Qualunque cosa, tranne che prendersi  
 
cura dei propri figli. Gradevole commedia leggera e con morale candita che cita (ça va sans dire) Mary Poppins ma aggiorna il personaggio presentando Scarlett Johansson nei panni della babysitter che - quasi - tutti vorrebbero vedere aggirarsi per casa. Chris Evans (lo scapestrato Johnny Storm dei Fantastici 4) sarà il sano ragazzone in salute al quale ancorare la passione mentre Alicia Keys (sì certo la promessa del soul  
ora attrice) l’amica consigliera. Museali siparietti antropologici compresi, capita che la trama riesca pure a graffiare talvolta: nel descrivere i tipi newyorchesi e nello sbeffeggiarne nevrosi, fissazioni e tradizioni. Come le paradossali feste in costume (dove si celebrano parità e democrazia) che vedono i pupi e le levatrici in altre stanze divise e ben lontane dalle teorie di salotti dei genitori. E’ ridacchiando con convinzione, quindi, che accogli una tata di colore simil Condoleeza Rice mentre tiene in braccio un piccolo e pestifero, George Bush jr. Capito, la satira?

(recensione di Daniela Losini )

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