DIARIO DI UNA SCHIAPPA - RECENSIONE
 
locandina diario di una schiappa
Locandina "diario di una schiappa"

diario di una schiappa - recensione

 
Siamo pieni di film sugli adolescenti, sulle loro prime cotte amorose, le tempeste ormonali, le prime bevute tra amici, gli scazzi in famiglia; molto meno di film sull'infanzia, sul traumatico passaggio dalle scuole elementari alle medie, quando si è ancora bambini ma si finge di voler crescere, soprattutto se focalizzati da uno sguardo adulto, ironico ma estremamente benevolo e partecipe, che non si rivolge ai più piccoli ma ragiona a posteriori su uno dei momenti più bui e più critici nella crescita di ogni individuo, la scuola media! Diario di uno schiappa, film tratto fedelmente - anche dal punto di vista linguistico, per come fa interagire cinema, animazione e strisce a fumetti - dal successo editoriale di Jeff Kinney (ma non è un diario, è un "giornale di bordo"), dimostra fin da subito di essere stato scritto da uno che la materia la  
 
conosce bene, da un tale che quelle cose le ha vissute e gli sono rimaste appiccicate addosso. Cose che abbiamo vissuto tutti, ma che non tutti hanno però voglia di rivangare, preferendo i più probabilmente rimuovere e guardare oltre. Motivo per cui è matematicamente impossibile non riconoscersi nelle situazioni di normale quotidianità che ci vengono narrate. Chi non hai mai avuto un amico grasso e sfigato che ti   recensione diario di una schiappa
faceva fare perennemente brutte figure? Chi, in quell' età di totale confusione mentale, non si è mai vestito da idiota per farsi notare (chi scrive ricorda ancora degli orridi jeans maculati, messi in varechina)? Chi non si vergognava di "andare a giocare" (e per questo non ci andava) pur avendone una voglia matta? Chi non ha mai pensato che i bambini a quell'età sono orrendi, lì a metà del guado, con ancora impresso il ricordo dei bambini paffutelli che erano e già la prefigurazione in nuce dei ragazzi che saranno, con il vocione distorto, i lineamenti deformati, i brufoli e il nasone, lunghi e rachitici con un po' di pancia e le spalle ricurve? E chi non ha mai pensato che le scuole medie siano un luogo perverso, un calderone simil-medioevo dove fianco a fianco convivono il futuro premio nobel con il futuro ergastolano? (di solito il premio nobel è quello che prende le botte e magari vince il premio nobel proprio in virtù di quello!). Privo della causticità di un Todd Solondz (vedasi Fuga dalla scuola media) o della morbosità di Larry Clark nel cui universo sembra che i preadolescenti fumino, scopino e cazzeggino tutto il giorno, Diario di una schiappa si fa apprezzare per la levità, la dolcezza e il rispetto con cui ci restituisce uno spaccato di vita assolutamente autentico, al quale contribuiscono in maniera rilevante tutti i giovani interpreti, tutti perfetti nelle rispettive parti, Zachary Gordon è il protagonista Greg Heffley, schiappa ma non troppo con quella faccia furba di chi sa che è solo questione di tempo, Robert Capron è il miglior amico rincitrullito e sovrappeso, Devon Bostick è il fratello maggiore rockettaro, Chloe Moretz (da tenere d'occhio), la hit-girl di Kick Ass, la compagna di scuola che ha già capito come va il mondo. In attesa del secondo capitolo (tra una settimana nelle sale italiane), mentre un terzo è già in cantiere, Diario di una schiappa ci lascia con un messaggio che è sempre lo stesso ma che è anche l'unico che si può dare se si è capaci di farlo senza diventare pedanti: siate sempre voi stessi.


(recensione di Mirko Nottoli )


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