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Locandina "Devil" |
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Che Devil odorasse di bufala lo si sentiva lontano un miglio. Sarà stato lo spunto alla base del film (5 personaggi rinchiusi in un ascensore e uno di loro è il diavolo, sì vabbé, e un altro è Babbo Natale!), sarà che l'idea è nata da M.N. Shyamalan che ultimamente non ne imbrocca una, tra "Lady in the water", "E venne il giorno" e "L'Ultimo dominatore dell'aria", figuriamoci se avesse avuto un'idea buona se non se la teneva per sé, invece di regalarla ad un John Erick Dowdle qualsiasi! E invece. Abbiamo dovuto ricrederci. Probabilmente la puzza veniva da qualche altra parte (magari da "Unstoppable" che lo davano nella sala a fianco). Perchè, a cominciare dai bellissimi titoli di testa, Devil instaura una tensione palpabile, continua e crescente, che perdura per tutta la durata del film e che, cosa ancora più |
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importante, regge anche nel momento più delicato, quando cioè i nodi devono venire al pettine. Anzi, non solo regge ma ha proprio nel finale, quando si scoprono le carte, un perentorio scatto in avanti che lo fa librare in aria. Girato in stile vagamente retrò e televisivo (avrebbe potuto essere un episodio dei telefilm presentati da Hitchcock) Devil è un intelligente e intrigante divertissement , ben scritto e ben |
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congegnato, che si avvale di una serie di colpi di scena funzionali e mai scontati e che invece di apparire gratuito e quindi irritante come la maggior parte dei divertissement è capace di cogliere un' inaspettata chiave di lettura morale com'è nella migliore tradizione favolistica, con cui condivide infatti la natura letteraria data dalla voce fuori campo e dal racconto nel racconto. Tralasciando la solita solfa sul senso di claustrofobia quasi sempre citato a sproposito (appena c'è qualcuno chiuso in una stanza ecco che si parla di claustrofobia, ma il senso di claustrofobia al massimo ce l'ha lui mica noi che guardiamo!), va riconosciuto al regista (e al di lui fratello che collabora) il merito di saperci fare con piani sequenza e i meccanismi della suspance, giostrando un intricato valzer di destini tesi a incocciare tutti in un unico punto ed evitando le secche di interpretazioni sociologiche trite e ritrite alla grande fratello, del tipo rinchiudi un gruppo di persone in una stanza e aspetta di vedere uscire il peggio di loro. Qui no, anzi alla fine si può pure sperare. Che il diavolo esiste ma si può battere. Cast di attori semisconosciuti con, nel ruolo di protagonista, Giuliano della scorsa edizione di X-Factor. Essendo il primo delle cosiddette "the night chronicles", nome pomposo ma l'umiltà non è mai stata propria di Shyamalan, attendiamo fiduciosi i prossimi capitoli.
(recensione di Mirko Nottoli )
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