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Profondità e leggerezza, sofferenza e humour si legano in un perfetto connubio, esprimono la tantrica armonia tra la vita e la morte. "Departures" è un film tipicamente orientale, caratterizzato da tempi dilatati e da una raffinata contemplazione registica; riesce a conquistare e a commuovere grazie alla sua spontanea semplicità e all'assenza di artefici o metafore stilistiche. E' un film immediato, dunque, che scorre lento e lineare attraverso le quattro stagioni, narrando il percorso di crescita interiore di un giovane abbandonato dal padre quando era molto piccolo. Dotato di grande senibilità e di una vena artistica che non riesce a trovare sfogo, Daigo sarà costretto a lasciare
Tokyo e la sua carriera da violoncellista per motivi economici. Aiutato dal suo datore di lavoro e mentore, scoprirà che anche il rito per la preparazione dei defunti può |
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essere estremamente artistico e creativo, nonché espressione di grande eleganza e struggente emotività. Il film è un invito a cogliere la bellezza dei legami umani veri e profondi, ad assaporare la vita in sé e a coglierne ogni piccolo istante; è soprattutto un invito ad accettare la morte per quello che è realmente: un passaggio verso un'altra dimensione, necessario come la nascita stessa e ad essa |
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complementare. Departures, Oscar come miglior film straniero nel 2008, è a nostro avviso un capolavoro mancato, poiché accanto alla semplicità e immediatezza del racconto, necessarie per comunicare il bellissimo messaggio di fondo, difficilmente compreso nella frenetica società contemporanea, manca quell'originalità narrativa che dovrebbe caratterizzare un'opera davvero memorabile. Cenno finale per la colonna sonora, in grado di assecondare alla perfezione la trasformazione del protagonista e gli andamenti lievi o solenni della storia.
(di Lucio De Candia)
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