DEJA VU
 

recensione deja vu

 
Davvero non c’è che dire di film come questo. Valgono a pieno il prezzo del biglietto, senza troppe pretese, senza troppi errori o sbavature. Non sono dei capolavori ma solo un giusto mezzo per passare un po’ di tempo con la spina del lavoro staccata e il cervello in vacanza. Sì perché questo Deja Vu è come una vera vacanza, nel senso classico e sodo della parola: un inizio sfolgorante e poi il delirio fino in fondo. Doug Carlin è un agente della sezione alcolici, armi e tabacchi dell'FBI impegnato in un difficile caso di terrorismo. Dopo l'esplosione di un battello nel molo di New Orleans, Doug scopre che la vaga ed estraniante sensazione di aver già vissuto un avvenimento passato, è in realtà qualcosa di molto più potente ed elaborato. Proprio attraverso questi "giochi" della memoria, volerà a ritroso nel tempo per salvare centinaia di inno-  
 
centi da un inevitabile destino. L’inizio del film, o meglio, i primi 20 minuti sono da manuale del genere: tesi, vibranti strepitosi. Tony Scott sa che di Riddley ce n’è solo uno e sa che il compito onesto senza pretese gli riesce abbastanza bene e quindi sfodera la sua maestria, il suo saper essere un Adrien Lyne dell’ action movie. E come il regista di Unfaithfull, riesce con i particolari, a mettere eroticamente  
k.o. un ‘intera platea, così il dotato Scott regala sani brividi degni di una meravigliosa apertura di spettacolo. Peccato, però, che nessuno l’ha avvertito che i film durano almeno due ore (90 minuti se vogliamo essere pignoli) e che se non si vuole mantenere la tensione iniziale, almeno tentare di giocare un pochino di più con le immagini e con il ritmo. Niente. La seconda parte del film cade inesorabilmente sotto i colpi di una sceneggiatura troppo strozzata di idee, buone questo sì, ma che non riescono a trovare uno sfogo ideale. A nulla serve la buona prova del sempre notevole Denzel Washington (sempre nei panni di un poliziotto e i tempi di Branagh sono lontani anni luce), così come la fotografia e la colonna sonora, che salvano, finchè possono il film dal pasticciaccio neo fantascientifico, che dopo la prima parte si va delinendo. Ma non è grave. Lo spettatore di bocca buona gradirà, il cinefilo incallito sbadiglierà ma non griderà allo scandalo (lo credo, con quei mattoni che spacciano per capolavori!) e i critici lo guarderanno per poi dimenticarsene dopo un ora. Ma questa è storia vecchia, questo è proprio Deja vu.

(recensione di Gabriele Marcello )

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