DECOYS
 

decoys recensione

 
Siamo al St. John’s College di Ottawa, in Canada. È pieno inverno e due giovanotti inesperti e vogliosi si sono appena iscritti all’università con l’obiettivo di perdere al più presto la verginità. Quando due fascinose biondone sembrano disposte ad appagare questo loro istinto primordiale, a Luke e Roger non sembra vero. Ed infatti Luke, il più scaltro tra i due, sente quasi subito puzza di bruciato o, meglio, di ghiacciato: le sventole in questione (senza ombelico e con uno strano foro all’altezza del seno) sono in realtà delle aliene che uccidono i giovani universitari, congelandoli con dei tubi che fuoriescono dall’addome. La morte deve però obbligatoriamente avvenire post-coitum poiché le nostre extraterrestri sono venute sulla terra per far scorta di DNA maschile, in quanto la loro specie è a rischio di  
 
estinzione, causa penuria di maschietti. Le “Decoys”, termine che potrebbe essere tradotto con “esche”, hanno scelto Ottawa perché vivono bene solo al freddo – e hanno scoperto che lì fa freddo verificandolo su Internet (sembra incredibile, ma nel film le aliene dicono proprio così) – e sono terrorizzate dal fuoco: c’è da chiedersi perché allora cenino allegramente a lume di candela. Alla fine, tra  
morti assiderati con erezione in corso e allucinazioni senza senso, si approda ad un finale addirittura lacrimoso, immancabilmente seguito dalla chiosa per l’ineluttabile sequel. Difficile dare l’idea di quanto “Decoys” sia un film fatto male: ha talmente tanti difetti che bisogna per forza fare una cernita. Interpretazioni ignobili, sceneggiatura banalotta, montaggio del tutto inefficace, musiche insipide, regia poco più che dilettantistica. Insomma un vilipendio a quella dignitosa serie di pellicole dell’orrore che in passato avevano saputo sfruttare la commistione con i toni della commedia. Qui non si sorride, non si ride, non ci si spaventa e tantomeno ci si eccita; in compenso se qualcuno amasse la noia questo è il film per lui! Per la maggior parte delle persone, però, l’unica reazione possibile è l’imprecazione contro se stessi per aver sprecato tempo e quattrini per un prodotto simile. Ovviamente attendiamo con trepidazione “Decoys 2 – La rinascita”, ma francamente raggiungere risultati almeno sufficienti partendo da così in basso è impresa assai ardua.

(di Marco Santello )

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