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Il Gruppo Alcuni, produttore in collaborazione con RaiFiction del film d'animazione Cuccioli: il codice di Marco Polo, non è certo alla sua prima esperienza. Nato nel '73, è cresciuto diventando uno dei più importanti studi di produzione di serie televisive, programmi e cartoni animati rivolti all'infanzia, in Italia come in Europa (le loro produzioni regolarmente varcano i confini nazionali). Inoltre, promotore di workshop finalizzati alla realizzazione di una migliore televisione per l'infanzia e collaboratore insieme all'UNESCO di progetti televisivi volti al coinvolgimento dei giovani nella salvaguardia del patrimonio ambientale, il Gruppo Alcuni si differenzia, almeno per sensibilità, rispetto a molte produzioni d'oltreoceano. Il risultato? Un buon film per soli bambini. Non che comicità e ironia non siano presenti, tuttavia |
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difficilmente alletterebbero un adulto: ogni battuta, ogni gesto, ogni espressione dei personaggi è calibrata per un target molto giovane e se questo da un lato sacrifica la complessità della trama o lo spessore dei personaggi - nonostante il fatto che la banda dei Cuccioli abbia in attivo più di un centinaio di puntate su RaiDue e sia quindi ben conosciuta tra i più-che-giovanissimi - dall'altro permette |
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di focalizzare gli sforzi proprio sui bambini-spettatori inserendo elementi volti a catturare la loro attenzione. È il caso ad esempio dell'interattività della pellicola nei confronti della platea. Non solo i Cuccioli chiederanno aiuto ai bambini per stanare Maga Cornacchia, mentre questa, al contrario, fa promettere il silenzio sui suoi loschi piani, ma la piena interattività è raggiunta quando i Cuccioli chiederanno al pubblico di interagire con suoni o rumori, stabilendo un contatto volto a divertire e a tenere viva l'attenzione. Se a questo si aggiunge un'ambientazione nostrana - Venezia - con dialetti, oggetti, riti e battute in linea con alcuni cliché italiani, anche se edulcorati, una resa visiva molto buona e una colonna sonora accattivante, ecco che gli elementi per portare al cinema figli e nipoti ci sono tutti. L'unico cruccio riguarda quel paio di inserti pubblicitari che, essendo parte integrante dello svolgersi degli aventi, mirano a colpire efficacemente l'obiettivo attivando il traino under 8, croce di ogni genitore al supermarket. La pellicola più che un film d'animazione finisce per assomigliare a una puntata televisiva di un'ora e mezza dedicata ad un pubblico davvero molto giovane. Piatto ricco per i piccoli fan della serie abituati a segmenti di tredici minuti ma che per l'estrema semplicità e ricorrenza di eventi finisce per annoiare i più grandi: non solo gli adulti.
(di Marco Trani)
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