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Crank letteralmente
significa manovella
e mai titolo fu più
azzeccato. Crank è
uno di quei piccoli
gioiellini d'azione
nati per il circuito
"di serie B"
che però è
in grado di "tenere
su, caricare"
e quindi divertire.
Non si tratta certo
di un film per palati
fini: rude, violento,
scorretto, diseducativo,
cattivo, sadico, ma
tanto, tanto, tanto
divertente. Per non
morire il killer Chev
Chelios deve mantenere
alto il suo tasso
di adrenalina per
inibire le conseguenze
di un cocktail di
droghe che gli è
stato iniettato. Pericolo,
eccitazione, droghe
lo possono aiutare.
Inizierà quindi
una gara contro il
tempo per mantenersi
vivo, salvare la donna
che ama e vendicarsi
del responsabile.
Neveldine e Taylor,
che hanno diretto
e scritto questo film,
vengono dal mondo
della pubblicità
e si vede. iperbolici,
veloci, sincopati,
conoscono quel tipo
di estetica filmica
e la usano per confezio- |
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nare
un film
d'azione
onesto
e diretto.
"Vogliamo
- dicono
- che
il pubblico
che
va a
vedere
Crank
si diverta:
come
un colpo
di pistola,
uno
sparo
e via
verso
un'esperienza
emozionante.
E' un
videogame
che
prende
vita".
E infatti
il protagonista
Jason
Statham
si muove
e si
comporta
come
un eroe
dei
videogiochi:
corre,
spara,
corre,
raccoglie
armi
da terra
e dai
nemici,
corre,
trova
indizi
e continua |
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a correre.
Aumenta il
ritmo ad ogni
scena e a
ogni cambio
di ambientazione
all'interno
del terreno
di gioco rappresentato
da Los Angeles,
correndo e
correndo sotto
il controllo
del Joypad
dei due burattinai.
Statham è
perfetto per
questo e sembra
nato apposta
per il ruolo,
una versione
ancor più
tamarra di
Bruce Willis,
un duro a
morire degli
anni 2000.
Imperdibile
la sua verve
comica durante
l'amplesso
pubblico a
Chinatown
quando sotto
gli occhi
indiscreti
di un centinaio
di cinesi
urla "io
sono vivo",
oppure la
sua durezza
e determinazione
nella scena
dell'ospedale
in cui cerca
dell'epinefrina
puntando la
pistola ad
un degente
in attesa
di operazione.
L'uso delle
didascalie
per sottolineare
alcune battute
e l'onestà
con la quale
i registi
mettono in
scena dell'azione
pura senza
pretese, ma
con la sola
voglia di
divertirsi,
fanno di Crank
un aspirante
piccolo grande
cult. Lo si
potrà
accusare di
eccessiva
violenza,
di sembrare
più
un videoclip
piuttosto
che un film,
della presenza
di alcuni
buchi di sceneggiatura
come l'inspiegabile
comparsa di
una tuta indosso
al protagonista
al posto del
camice delll'ospedale,
ma sono piccolezze.
Neveldine
e Taylor sono
stai bravissimi
nel calcare
la mano nei
punti giusti
in maniera
divertita
e sopratutto
onesta. Palazzi
che si gonfiano
come in un
cartone animato
perchè
all'interno
c'è
una rissa,
sovratitoli
usati per
accentuare
situazioni
grottesche
(davvero geniale
la comparsa
della scritta
"cunt"
sulla fronte
del protagonista),
inseguimenti
in macchina
da cartone
animato, sparatorie,
battutacce
e violenza
gratuita,
insomma ogni
elemento è
teso a far
capire allo
spettattore
che è
tutto finto.
In fondo è
chiaro che
Crank è
un videogame,
un cartoon
dove il protagonista
è come
Will il coyote,
e se mai dovesse
cadere da
un'alta quota,
probabilmente
rimbalzerà
per poi sbattere
le ciglia
a favore di
camera. Crank
è scattante,
veloce, corto
e tiene lontano
lo snob. Irresistibile
nel suo modo
di portare
subito lo
spettatore
in mezzo all'azione,
bisogna cercare
di non resistergli
e allora il
divertimento
sarà
assicurato.
(recensione
di Sara
Sagrati
)
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