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recensione cosa voglio di più
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Attento osservatore della societą italiana, descrittore partecipe ed impegnato delle crisi che cambiano ed, in un certo senso, rinnovano i modelli culturali di un'Italia in evoluzione, Silvio Soldini torna a proporre per il grande schermo un film forte ed appassionante: "Cosa voglio di pił", un intenso spaccato di realtą soggettive e di coppia. Soldini ha saputo raccontare solitudini femminili ("Giulia in ottobre", 1985), drammi razziali ("Un'anima divisa in due", 1993), complessitą d'identitą femminili ("Le acrobate", 1997), drammi esistenziali psicologicamente raffinati ("Pane e tulipani", 2000) e tanto altro ancora, focalizzando sempre la forza del sentimento e
della vita di ognuno di noi. Con "Cosa voglio di più", ancora una volta centra il bersaglio e porta lo spettatore sulla scena, lo rende partecipe della storia, lo coinvolge nelle |
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situazioni, narrando e costruendo una storia comune, con meticolosità quasi esasperata. Anna (Alba Rohrwacher) ha una vita molto normale, ha un compagno, Alessio (Giuseppe Battiston), cerca però una scintilla che la faccia sentire viva. E questa scintilla si accende quando conosce Domenico (Pierfrancesco Favino), sposato, con due bambini in tenera età, molto preoccupato dalla crisi economica che mina la
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qualità della vita di tutta la famiglia. Tra i due nasce una storia di sesso, che poi si arricchisce di sentimento, che, come si sa, cambia i connotati a quelle certezze, quei valori ed affetti che fino ad allora contavano e rendevano vera la vita. Senza mai schierarsi, Soldini racconta un rapporto che nasce, nel bisogno sfrenato di evasione, ed evolve, passo dopo passo, con la voglia di Anna e Domenico di viverlo pienamente e fino in fondo, ma senza il coraggio necessario di frantumare il passato e guardare in faccia il presente. Un'umanità sotto l'occhio della mdp, che coglie i personaggi quasi sempre di spalle, per poi catturarne i volti, le fragilità, le debolezze. Una storia qualunque, fatta di desiderio forte di rubare attimi, momenti ed anche qualche ora per rifugiarsi in una dimensione di dolcezza infinita che emerge dalla comunicazione forte e scioccante di due corpi che si amano. Una storia di luoghi cercati per incontrarsi, toccarsi, godersi e poi parlarsi. Una storia di soldi che non ci sono mai, di ristrettezze economiche e continue rinunce. Una storia qualunque dei nostri giorni, vissuta tra la periferia ed il centro di Milano, una città che negli ultimi anni si è modificata nel suo tessuto urbano. Una storia di sesso senza dubbio. Ma senza mai oltraggiare il pudore, cadere nel volgare e rasentare la pornografia. Alba Rohrwacher è perfetta nel suo ruolo di donna spregiudicata, con una carica di naturale sensualità che ricorda un po' la Marlene Jobert nel ruolo di Melie nel film di René Clément "Le Passager de la pluie". Eccellente l'interpretazione di Pierfrancesco Favino, anche lui naturale e spontaneo nelle scene di sesso. Domenico è il marito che se pur squattrinato non rinuncia a vivere la sua storia clandestina. E come non menzionare Giuseppe Battiston, attore sempre capace di calarsi perfettamente nei
ruoli dei personaggi che interpreta. "Cosa voglio di più" è un film che riesce a proporre la novità. Un ottimo film girato con una forte dose di coraggio, che gode di una regia validissima e puntigliosa ed un montaggio realizzato ad arte da Carlotta Cristiani.
(di Rosalinda Gaudiano)
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