solo dei bottoni; in questa nuova vita i suoi sogni diventano realtà. Solo quando la sua stessa esistenza e quella dei suoi cari saranno messe in pericolo Coraline deciderà di tornare alla sua casa reale, armata di un grande coraggio e dell'aiuto di un gatto parlante. Il viaggio della ragazzina, metafora del sogno ad occhi aperti, viatico per negare l'accettazione della realtà, ultimo tentativo di aggrapparsi ad un'infanzia che non

tornerà più, è il percorso inevitabile per una nuova consapevolezza e una sofferta maturazione. Al termine del film la protagonista non è infatti più bambina; ora comprende che l'amore dei genitori trascende dagli impegni di un mondo sempre più impazzito, dove lavoro e vita privata sembrano fondersi indissolubilmente. Capisce che la realtà non è perfetta in assoluto, ma può diventarla se la si guarda da un'ottica più vera e centrata sulle proprie emozioni. Favola moderna, diretta dal regista di "The Nightmare before Christmas", "Caroline e la Porta Magica" è il primo film di animazione ad essere stato girato con una doppia telecamera digitale che consente la visione in 3d. Un lavoro raffinato e accattivante che non tralascia la sostanza, rivisitando in versione cinematografica un romanzo apprezzato dalla critica, metafora del rapporto coplesso tra i bambini e la generazione dei genitori di oggi. Consigliata la visione.