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recensione copia conforme
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Dobbiamo ammettere che Abbas Kiarostami è tra i pochi cineasti contemporanei che ha il coraggio di mettere in pratica idee non usuali di arte cinematografica. Si tratta di un "teorico" del cinema, che riesce a riflettere sempre in modo molto originale sul mezzo cinematografico, sui suoi limiti, sulle sue trasformazioni, sulla sua etica. Ne è una dimostrazione il suo ultimo lungometraggio "Copia conforme" , girato interamente in Toscana, lontano quindi dalla sua Teheran e presentato quest'anno a Cannes. Una storia come tante. L'incontro casuale di un uomo ed una donna, lui scrittore inglese affermato (il baritono William Shimel), lei antiquaria francese (Juliette Binoche), che percorrendo stradine, vicoli, luoghi di un paesino della Toscana intessono una farsa, una commedia, un gioco. I due |
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decidono di mettersi le maschere e di recitare, in un gioco delle parti nella comune realtà, l'essere marito e moglie, sposati da quindici anni. La storia semplice però si tesse di significati, simbologie e conflitti che contraddistinguono il cinema del cineasta iraniano. La maschera che cela le identità dei due "attori" è un filtro attraverso il quale i due scrutano il "loro" rapporto di coppia, dalla dolcezza dell'inizio |
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idilliaco del matrimonio, a come questo rapporto sia cambiato nel tempo, sino a svilirsi quasi di sentimento e di amore. Ancora una volta Kiarostami compie un viaggio nei meandri dell'anima, negli spazi della mente, in cui si annidano emozioni passate che emergono in un presente che, del passato, conserva solo ricordi, ormai in una dimensione di ripetitività e consuetudine. L'amore coniugale ha un suo ineluttabile destino: cambia e si modifica nel tempo. L'uomo e la donna del film sono una coppia "falsa", un falso. Ma che, al pari di una copia conforme di un oggetto autentico destano comunque attenzione, curiosità ed emozione in chi interagisce con loro. E loro stessi sono imprigionati in un conflitto esistenziale che si riflette nei dialoghi (all'inizio in lingua inglese e poi in francese) nei volti e nei gesti. La mdp di Kiarostami inquadra continuamente il solco dei seni della donna, lungo il quale pende un ciondolo che raffigura l'effimera, insetto arcaico, conosciuto già nei tempi antichi per la sua breve vita: allo stato di adulto, l'insetto vive un solo giorno. "Copia conforme" è per Kiarostami un soggetto nuovo, una novità, espressi attraverso tranquille scelte stilistiche. Il racconto si pregia della qualità della composizione dell'inquadratura, della fiducia nel tempo cinematografico, della capacità di ritagliare uno spazio dal punto di vista estetico e significativo sotto il profilo tematico in un comune luogo quotidiano. In una Toscana assolata, dalle colline ridenti e stradine costeggiate da alti e silenziosi cipressi, Kiarostami riesce a costruire quel rapporto a volte sfuggente e precario tra l'individuo ed il mondo, in una dimensione di realtà sensibile e sociale. E pur alzando il sipario ad una farsa, restituisce un significato reale e autentico dei dinamismi semplici e complessi di una comune vita di coppia. Gran merito va alla fotografia della mano autorevole di Luca Bigazzi.
(di Rosalinda Gaudiano)
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