CONFETTI
 

confetti recensione

 
"L'aumento dei divorzi non provoca la crisi della famiglia, ma quella dell'industria dei matrimoni". Con questa frase inizia Confetti, storia del concorso per il matrimonio più originale dell'anno. Storia vera? No, assolutamente inventata, in quanto si tratta di un mockumentary, ovvero un falso documentario. Girato in 6 settimane avvalendosi di un cast di attori inglesi, noti e meno noti, che improvvisano le loro parti di aspiranti sposi in una competizione indetta dalla rivista specializzata Confetti. La regista Debbie Isit ha avuto l'idea mentre sua sorella stava organizzando il proprio matrimonio. Incuriosita dalle grandi spese e dalle fatiche sopportate per apparire bella e radiosa, ha iniziato a fare ricerche sull'industria che fa del matrimonio il proprio business, pensando quindi di raccontare questo "bizzarro" mondo col sorriso sulle labbra. L'idea è  
 
semplice. Vivien, la direttrice della rivista, si è stancata della solita copertina "la sposa dell'anno" e con il collaboratore e redattore Antoni decide di proporre il concorso. Si presentaranno molte coppie, ognuna con idee originali e strampalate. Verrano scelte tre coppie finaliste che si contenderanno l'ambito titolo, prestandosi a 9 settimane di preparazione e pianificazione aiutate dagli organizzatori profes-  
sionisti Archie e Greg, spassosa coppia gay. I temi scelti risultano essere il musical, il tennis e il naturismo. Proprio come i loro personaggi, anche gli attori hanno lavorato su questo plot, seguiti dalla macchina da presa mentre improvvisavano ogni aspetto dell'organizzazione tra problemi economici, litigi, necessità e invasioni parentali. Un lavoro che ha portato a oltre 150 ore di materiale girato, ridotto a 100 minuti circa in fase di montaggio. Il risultato è godibile e divertente. Martin Freeman (Guida Galattica per Autostoppisti) nella parte di uno dei futuri coniugi è adorabile. Il naso della giocatrice di tennis Meredith MacNiell è indimeticabile e la coppia Archi e Greg, sebbene incastrata in un ruolo fortemente stereotipato, strappano ben più di una risata. Interessante, anche se poco chiara o solo forse solo economica, la scelta di utilizzare il linguaggio documentaristico. Una classica commedia avrebbe forse centrato meglio il bersaglio, eppure il film risulta godibile. Confetti non affonda mai il coltello e propone uno sguardo benevolo nei confronti delle nevrosi pre matrimoniali e dell'industria dell'organizzazione. Sarà che nel mondo anglosassone c'è l'abitudine di affidarsi a dei professionisti, ma agli occhi nostrani il tutto risulta fin troppo costruito e bizzarro per sembrare verosimile, nonostante il linguaggio scelto. E anche se il ritmo centrale risulta blando e spesso le situazioni si ripetono, non si può fare a meno di tifare per la propria coppia preferita in attesa di conoscere il vincitore. La sera della finale le tre coppie si sfidano su di un palcoscenico dove ognuno pronuncerà il proprio "si" di fronte alla giuria e agli invitati. Da non perdere il matrimonio tennistico, davvero esilarante. Molto romantico e liberatorio quello naturista. Ma il vero spettacolo avviene con il musical, momento in cui viene definitivamente a cadere anche il concetto del documentario. La regista infatti rinuncia alla rappresentazione verosimile e adotta una regia smaccatamente cinematografica in puro stile Ginger e Fred. Chi vincerà? Un esperimento, un gioco, un divetissement che prende in giro bonariamente l'industria dei matrimoni e butta uno sguardo tenero sul concetto di matrimonio dando per scontato che alla fine vivranno tutti felici e contenti.

(recensione di Sara Sagrati )

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