CONCIATI PER LE FESTE
 

conciati per le feste recensione

 
Steve Fich (interpretato da Matthew Broderick) è un padre di famiglia metodico e fanatico delle tradizioni natalizie. Regala maglioni orrendi, coltiva abeti di prima scelta e ha creato un calendario natalizio per regolare giorno per giorno l’avvicinamento al 25 dicembre. Il suo nuovo vicino (Danny DeVito) si chiama Buddy Hall ed è un tapino, un venditore d’auto alla ricerca dell’occasione per diventare qualcuno, di lasciare il segno. Quando scopre che la casa di Steve si vede dallo spazio, mentre la sua no, decide di ricoprire il suo tetto con miliardi e miliardi di luminarie natalizie, provocando ogni sorta di guaio al vicinato. Siamo davanti alla più classica e stravista commedia dicembrina di stampo statunitense il che comprende naturalmente buoni sentimenti, canti liturgici, alberi di natale, neve e banalità a volontà.  
 
L'unica novità introdotta da “Conciati per le feste” è che ora si canta alla luce dei cellulari e non delle candele. La colpa di questo disastro non è del regista John Whitesell, che si barcamena alla meno peggio senza infamia e senza lode, ma di una sceneggiatura scritta senza nessuna voglia di divertire e divertirsi, nonostante sia opera di tre cervelli tre. Anche l’idea delle luci, che avrebbe potuto essere svi-  
luppata in modo più intelligente, si perde nella puerilità della trama e del finale telefonato, in tutti i sensi. Evidentemente il pubblico infantile a cui è rivolto il film, al giorno d’oggi, non si fa più domande e sorbe senza reagire qualsiasi cosa sia fatta di fotogrammi, perché altrimenti non si spiega come mai i produttori abbiano portato questo film fino alla postproduzione. Se aggiungiamo a questo quadro non certo esaltante anche la prova assai scarsa degli attori possiamo renderci conto della pochezza di “Conciati per le feste”, un film che non va oltre il suo titolo.

(recensione di Alessio Bottiroli )

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