CHLOE
 
locandina Chloe

recensione Chloe

 
Eccoci di nuovo catapultati nell'ambiguo e precario universo filmico di Egoyan. La pellicola ha inizio e da subito la macchina da presa ci illustra i dettagli fisici di Chloe, dettagli di una storia di intrighi erotici calata in un mondo di perbenismo e normalità. Il racconto è in bilico costante tra apparenza e realtà, corre pericolosamente su un filo sottilissimo, asseconda le insicurezze e i dubbi di una donna di mezza età che, consapevole dei rischi di scelte avventate, è decisa a tutto pur di scoprire la verità. Ancora una volta il regista affronta la complessità relazionale dei rapporti umani, la fragilità e l'ipocrisia delle dinamiche sociali dominanti, dirigendo il suo nuovo lavoro in modo magistrale e spiazzante. Se nel "viaggio di Felicia" l'ingenua protagonista era disarmata davanti ai propositi nascosti del suo "docile" carnefice, Catherine è  
 
una donna che sa quel che fa, crede di conoscere la vita, ma nonostante ciò rimane imbrigliata in un incontro scomodo capace di innescare un ordigno ad orologeria. La tensione è palpabile, coadiuvata da un impianto musicale molto efficace, il cast più che convincente, con nota particolare per Amanda Seyfried, nel ruolo della prostituta d'albergo. Ancora una volta Egoyan si sofferma su un tema particolarmente   recensione Chloe
presente nei suoi film, quello del rapporto tra l'uomo e la tecnologia, capace di immortalare e registrare voci, volti e situazioni, di generare ricordi ed emozioni. Alcune forzature narrative presenti in sceneggiatura lasciano un po' perplessi ma non inficiano la qualità e l'impatto emotivo della storia. Da non perdere.

(di Lucio De Candia)


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