CHERI
 
locandina Cheri

recensione Cheri

 
Il regista premio Oscar Stephen Frears porta sullo schermo i due romanzi di Colette (Chéri e La fin de Chéri), appassionata vicenda amorosa che cova sotto pizzi, crinoline e buone maniere, come similmente fece vent'anni fa con "Le relazioni pericolose". Già protagonista dell'adattamento del romanzo de Lanclos, la splendida Michelle Pfeiffer, resa ancora più splendida dalla maturità, illumina con grazia e fascino il demi-monde parigino, mentre riscalda il cuore dell'apparentemente arido e insensibile Chéri, giovane ma già assuefatto ai mille piaceri e divertimenti che la Parigi della Belle Epoque offre a chi ha soldi e voglia di stordirsi, tra una cena da Maxim e una puntata in una fumeria d'oppio. L'ironia e lo spietato "buon senso" con i quali Frears rilegge la società di quel tempo lasciano trasparire tra le righe una vena  
 
di romanticismo senza speranza e per questo ancora più esasperatamente romantico che lo avvicinano sempre di più all'estetica di Powell e Pressburger. Michelle Pfeiffer e Kathy Bates - in gran forma e quasi in odore di Oscar- duettano splendidamente mentre si lanciano frecciate al vetriolo, strette in abiti meravigliosi che riescono solo ad ingabbiarne i corpi ma non le menti di donne indipendenti che devono farsi largo con   recensione Cheri
le sole armi della bellezza e dell'intelligenza in un mondo maschile tutto da influenzare a proprio vantaggio ma dal quale saranno sempre e comunque tenute in disparte e relegate a mero oggetto di piacere. L'eventuale nomination agli Oscar per gli splendidi costumi sembra quanto mai scontata.

(di Chiara Cecchini)


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