CERTAMENTE, FORSE
 

recensione certamente forse

 
Amore, Amore, Amore. Il sentimento che muove il mondo, fa rinascere a vita nuova: l’Amore! Adam Brooks (“Che pasticcio Bridget Jones” - “Amori & Incantesimi”) ripropone la commedia romantica, questa volta in veste americana, con l’interprete al maschile, bello–perfetto, un pò vieux-maniére. Will Hayes (Ryan Reynolds) è un pubblicitario newyorkese con aspirazioni politiche, che sta per divorziare. Momento delicato che condivide, attraverso un lungo dialogo, con sua figlia Maya (Abigail Breslin) di soli dieci anni, che Will ama immensamente. Dialogare il più delle volte non solo fa bene, ma aiuta anche a rovistare a fondo situazioni del passato ed errori commessi. Maya è ben determinata a capire e sapere tutto sulla vita sentimentale passata del suo bel papà, sulle donne che ha avuto e soprattutto  
 
sul sibillino rapporto tra suo padre e la sua vera mamma. “Certamente, forse” si svolge con una narrazione che va a ritroso nel passato, con l’arrivo a New York di Will, originario di una città della West Coast, impegnato a partecipare alla campagna per le primarie democratiche di Bill Clinton del 1991. Estesi flashback tra passato e presente, introducono le storie amorose di Will con Emily (Elizabeth Banks) fiamma dell'Universi-  
tà. Con Summer (Rachel Weisz), giornalista, vecchia amica di Emily, che intriga relazioni con il suo relatore di tesi, un acido e alcolizzato Kevin Kline. Con April (Isla Fischer), decisamente di spirito libero, amante dei Nirvana e che ogni anno, puntualmente rilegge “Jane Eyre”. Ma chi è la mamma di Maya? Le domande della piccola Maya (la bravissima “Little Miss Sunshine”), forse concettualmente un po’ forzate per i suoi dieci anni, nei dieci minuti che precedono il finale porteranno alla soluzione del thriller-amoroso. “Certamente, forse”, vorrebbe essere una novità nel suo genere, ma concettualmente la struttura si rivela a tratti debole, anche se il film si lascia vedere in modo accettabile fino in fondo. La situazione di modernità che la storia rappresenta, nella ricerca dell’amore che stimoli e monopolizzi novità vitali, forse è il filo conduttore che per il rotto della cuffia riesce a catturare un po’ d’attenzione tenuta da un quasi buon ritmo. Alla fine si tratta di un prodotto che ha puntato più su certi canoni commerciali a larga fruizione di pubblico. Ancora una volta una storia sull’Amore è ambientata nel contesto urbano newyorkese, metropolitano, ormai considerato dai cineasti un romantico luogo d’incontro per esperienze e storie personali. Il finale a sorpresa a lieto fine conclude una storia, che tutto sommato rielabora il valore della famiglia. Il film accenna, tra l’altro, alle disavventure di Bill Clinton con Jennifer Flowers e Monica Levinski (è un caso che coincida con la campagna presidenziale in atto negli USA?). Pare proprio che Adam Brooks per il momento prediliga l’ambientazione edulcorata, intrisa di toni smielati, che in quest’ultimo suo “Certamente, forse” è ben sorretta dalla fotografia di Florian Ballhaus Moriceau, dai colori tenui e riposanti, e dalle musiche ruffiane di una colonna sonora scelta ad hoc.

(recensione di Rosalinda Gaudiano )


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