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recensione cemento
armato
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Squadra che vince
non si cambia, è
il caso di “Cemento
Armato” il film
d'esordio di Marco
Martani, sceneggiato
da Fausto Brizzi,
rispettivamente co-sceneggiatore
e regista dei due
"Notte prima
degli esami".
Anche gli attori sono
gli stessi dei precedenti
film: Nicolas Vaporidis,
Carolina Crescentini
e Giorgio Faletti.
Pellicola dal sapore
squisitamente noir
che vuole riscoprire
la tradizione del
cinema di genere degli
anni Settanta italiani,
traendo ispirazione
anche da molta letteratura
noir nostrana. Due
storie, due vite che
sembrano lontane e
che invece si scontrano
violentemente in una
Roma torrida e ostile,
come asserisce uno
dei protagonisti del
film:”Quello
che vedi è
cemento armato. Niente
cartoline giapponesi,
niente monumenti,
niente colosseo…solo
Cemento Armato. La
vera Roma è
questa…”
Il primario è
un |
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boss
della
nuova
malavita
palazzinara,
cinico
e spietato,
uccide
e distrugge
chiunque
si metta
sulla
sua
strada
e non
può
tollerare
la bravata
di Diego,
giovane
“bullo
della
Garbatella”
e piccolo
delinquente
occasionale
che
si diverte
a rompere
a calci
gli
specchietti
delle
auto
in sosta
in mezzo
al traffico.
Questa
volta
ha rotto
lo specchietto
sbagliato.
Da questo
incontro
casualmente
fatale,
nasce
la sfida
tra
i due
pro-
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tagonisti.
Diego cercherà
una giustizia
impossibile
da realizzarsi
per la violenza
subita dalla
sua donna
mentre il
primario si
ostinerà
a cercare
la vendetta
per il suo
“onore”criminale.
I due si daranno
la caccia
in un un rincorrersi
ossessivo
e truculento
fino all’inevitabile
epilogo finale,
dove non è
né
il bene né
il male a
vincere, ma
la rabbia
di vecchi
dolori sepolti.
Definito giustamente”film
di genere”,
un gangster
movie o un
western metropolitano,
il finale
ha il sapore
di un faccia
a faccia alla
Sergio Leone.
Faletti non
convince pienamente
nel ruolo
di un malvagio
boss, i suoi
occhi cerulei
non riescono
a trasmettere
la fame di
potere che
egli cerca,
mentre una
nota di approvazione
va spesa per
i due giovani
protagonisti:
Vaporidis
e la Crescentini.
Entrambi interpretano
il loro primo
ruolo drammatico
e le poche
scene d’amore
tra Diego
e Asia sono
tra le più
coinvolgenti
di tutta la
pellicola.
Sorprendente
anche l’interpretazione
di Dario Cassini
nei panni
di un corrotto
poliziotto,
senza tralasciare
il piccolo
ma fondamentale
contributo
del pasoliniano
Ninetto Davoli.
Gli sceneggiatori
si sono preoccupati
di delinare
il carattere
di ogni piccolo
personaggio
all’interno
della vicenda
per far si
che la catarsi
dello spettatore
sia completa.
Un film riuscito,
a tratti fin
troppo violento,
con dialoghi
serrati e
una suspense
continua dove
il confine
tra bene e
male è
molto labile.
Da segnalare
la frase del
cattivo Faletti
in una delle
ultime scene
del film in
cui ribadisce
al ribelle
Vaporidis
che è
il male ad
avere più
risorse del
bene e quindi
a farla franca,
leggendo alcuni
fatti di cronaca
recente sembra
quasi che
ciò
sia la realtà
dei fatti.
(recensione
di Moira
Chiani )
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film "cemento
armato"! |
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