CE N'E' PER TUTTI
 
locandina ce n'è per tutti

recensione ce n'è per tutti

 
Il titolo stesso del film appare una sorta di minaccia, di provocazione: "Ce n'è per tutti" e di tutti i gusti. Il protagonista è Gianluca (Lorenzo Balducci), un ragazzo che in una vuota e desolata notte romana decide di ascoltare musica dalle cuffiette del suo i-pod in un posto decisamente originale: il Colosseo. Vi si arrampica ed osserva il mondo da una posizione quasi privileggiata, estraniandosi. Un mondo che non gli piace. Un mondo vuoto privo di stimoli, disagiato e infernale. La sua condizione e il suo gesto cattura l'attenzione dei mass-media e dei suoi amici che vengono quasi stimolati alla ricerca di un motivo che li faccia uscire dalla situazione di impotenza in cui si ritrovano a vivere. Ma ben presto, come lo spettatore avrà modo di vedere, ciò che spinge veramente questi personaggi a muoversi non è la salvezza  
 
di Gianluca, bensì un tentativo di fatua socialità. I personaggi si arrabbiano, si picchiano, restano bloccati nel traffico, si scontrano creando situazioni grottesche ed esilaranti, estreme e quasi irreali; ai limiti del credibile. L'unica che sembra capire Gianluca e che sembra riesca effettivamente a salvarlo è la nonna del protagonista (Stefania Sandrelli), che riesce a raggiungerlo sul Colosseo. Una donna forte e   recensione ce n'è per tutti
ancorata a valori e a tradizioni. Una donna che ha visto con i propri occhi e provato su pelle guerre, fame e dolore ma che allo stesso tempo ha provato gioia pura. Quella tipica gioia derivata dai momenti semplici e leggeri che l'esistenza ci offre e che, spesso, in pochi riescono davvero ad apprezzare. Ed è questa una delle denunce di un film che pone in contrapposizione, sin dall'inizio, un passato più sano ad un presente malato, vissuto da "morti" bombardati da tv, notizie, traffico e che, nonostante tutto, vivono in uno stato di costante incomunicabilità e non fanno, quasi mai, nulla per opporvisi. "Ce n'è per tutti" è un film che rappresenta spaccati di vita quotidiana della nostra società. E' un film di critica che ci invita a fermarci a riflettere (proprio come fa il protagonista). Eppure è difficile riconoscersi in personaggi così estremi e spesso nemmeno resi troppo credibili dall'interpretazione degli attori stessi: troppe urla, troppi luoghi comuni, troppo rumore.. per nulla. (eccezion fatta per una convincente nevrotica, Micaela Ramazzotti e la tenera e gaia, Stefania Sandrelli). Storia approssimativa, forse, persino "affrettata" in alcuni punti, tant'è che spesso lo spettatore rischierà di perdere il segno (tra uno sbadiglio e l'altro). La morale c'è (e per un film italiano è lodevole) ma è tutto un concentrato disordinato di problemi mal gestiti dalla regia, con un montaggio troppo saltellante che a lungo andare rischia di diventare monotono e, peggio ancora, noioso!

(di Francesca Casella)


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