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Il titolo di questo
film ”Caos Calmo”
intriga non poco.
Nasce da un accostamento
di due termini in
forte antitesi che
creano un contrasto
originale, una realtà
senza nome, ma che
indica nella sua unicità
un concetto particolarmente
profondo. Diretto
da Antonello Grimaldi,
il soggetto del film
è fedelmente
tratto dal romanzo
omonimo di Sandro
Veronesi, che si è
aggiudicato con l’opera
letteraria il sessantesimo
Premio Strega. Grimaldi
dirige un cast di
attori di tutto rispetto
sia italiani che stranieri.
E dirige Nanni Moretti
(pare che lo stesso
Moretti lo abbia scelto
come regista) nei
panni del protagonista
Pietro Paladini, al
quale, un giorno per
caso, la vita presenta
un accidente amaro,
irreversibile: la
morte della sua compagna
Lara, madre di sua
figlia Claudia (la
brava Blu Yoshimi).
Pietro rientrando
nella sua casa al
mare, |
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vede
Lara
inerme
per
terra,
attorniata
da persone
accorse
sul
posto.
La figlia
Claudia
gli
si aggrappa
al collo
dicendogli,
singhiozzando,
che
lo hanno
cercato
disperatamente,
ma senza
esito.
Paradossalmente,
quando
Lara
moriva,
Pietro
era
sulla
spiaggia
e lottava
in mare
per
salvare
la vita
ad una
sconosciuta.
Un lutto
improvviso,
è
un evento
che
arriva
come
un tradimento,
una
mutilazione
della
vita
stessa
per
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chi lo subisce.
Ma è
anche un evento
che si annida,
sordido, nella
parte più
profonda del
cervello umano,
e resta lì
in attesa
di essere
stimolato,
elaborato,
metabolizzato.
Pietro vive
l’invasione
della tragedia
in una situazione
di calma apparente,
di assenza
di dolore.
Quest’uomo
non capisce
perché
non avverte
sofferenza,
perché
non percepisce
la mancanza
di Lara e
perché
anche la figlia
Claudia è
così
“calma”.
Ma deve agire
per capire,
per la figlia
e per se stesso.
Accompagna
la piccola
Claudia a
scuola e resta
lì,
annidato nella
sua macchina,
o seduto su
una panchina
del parco
di fronte
alla scuola,
una mattina
dopo l’altra.
In quello
spazio di
mondo Pietro
si crea nuovi
rituali. Osserva
persone, vive
nuovi momenti.
In quel luogo
incontra Marta
(Valeria Golino)
sorella di
Lara e scopre
tratti della
vita della
compagna che
non conosceva.
Incontra alcuni
suoi colleghi
di lavoro,
con i quali
parla, discute,
scopre debolezze,
sotterfugi
e intrighi.
Seduto sulla
panchina del
parco o nella
sua macchina
parcheggiata
lì,
vicino allo
spazio per
lui ricreativo,
Pietro rielabora
il rapporto
con il fratello
Carlo (Alessandro
Gassman).
Alla fine
un giorno
decide di
partecipare
ad una riunione
di genitori
diretta da
una psicoterapeuta
che parla
dell’elaborazione
del lutto
e di come
un genitore
lo riflette
sul proprio
figlio. Una
macchia di
sangue che
sgorga dalla
narice di
una donna
seduta a lui
vicina, scuote
la sua coscienza
ipnotizzata.
Pietro sviene,
il suo corpo
si riconcilia
con la sua
mente, misteriosamente.
Grimaldi dirige
un film vero
e convincente.
Il tessuto
della trama
con naturalezza
svolge le
fila che sorreggono
le ansie sotterranee
ed i pensieri
del protagonista
che cerca
ordine nel
suo “caos
calmo”.
La mdp inquadra
continuamente
Pietro. Ogni
scena ruota
intorno a
lui, ai suoi
pensieri,
alle riflessioni
che elabora
nel confronto
con chi si
reca a consolarlo,
ma alla fine
lo usa come
interlocutore.
In questo
gioco di nuovi
stimoli ed
intrecci,
Pietro si
riconcilia
con il mondo.
E Grimaldi
gioca d’astuzia
nel finale.
La tanto pubblicizzata
scena di sesso
tra Pietro
e la sconosciuta
(Isabella
Ferrari) da
lui salvata
in mare, è
l’allegoria
di riti sciamanici,
purificatori.
Il sesso cercato,
sfrenato,
voluttuoso,
come sfiancamento
del corpo,
che porta
alla “rinascita”,
a vita nuova.
Le musiche
di Paolo Bovino
creano singolari
e particolari
collegamenti
scenici. Suggestivo
il brano dei
Radiohead:
“Pyramid
Song”
e i melodici
“Cigarettes
and chocolate
milk”
di Rufus Wainwright,
“Your
Ex-lover is
dead”
degli Stars.
I titoli di
coda si chiudono
con “L’amore
trasparente”,
canzone appositamente
scritta da
Ivano Fossati
e da lui interpretata.
Il film “Caos
Calmo”
è in
concorso al
58° Festival
di Berlino
che avrà
luogo dal
7 al 17 febbraio
2008.
(recensione
di Rosalinda
Gaudiano
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calmo"! |
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