BURLESQUE - RECENSIONE
 
locandina Burlesque
Locandina "Burlesque"

Burlesque - recensione

 
Burlesque, che passione! Sdoganato da superstar quali Dita von Teese, Amy Winehouse e Gwen Stefani e da film cult come "Cabaret" e "Moulin Rouge", lo show tutto piume, paillettes e trasparenze riceve massima consacrazione dal film omonimo di Steve Antin. Un musical tout court, che cavalca il genere in tutti i suoi stereotipi, dalle atmosfere melò al finale strombazzato, ma che si impone nella masnada di titoli cantati per la sua sfarzosità e per la qualità delle sue interpreti. A chi continua a diffidare del riciclaggio delle popstar sul grande schermo (a ragione, se si guarda ad esempi poco felici come Britney Spears e Jennifer Lopez), si consiglia la visione di "Burlesque" per concludere che, se ben calzate nel ruolo, le suddette popstar possono stupire. E' il caso di Christina Aguilera, che aveva già flirtato  
 
con il burlesque nella cover di "Lady Marmalade". E che nel film di Antin presta voce e parrucca superblondie alla protagonista Ali con la scioltezza di un'habituè del genere. Dalla polverosa provincia, Ali sbarca a Los Angeles con il canto nel cuore e una valigia di speranze. Destino vuole che capiti al Burlesque Lounge, locale in declino gestito da Tess (una sempreverde Cher, di nuovo al cinema dopo   recensione Burlesque
undici anni). Come favola esige, le sorti malmesse di due infelici producono l'happy end: il talento di Ali resuscita il Burlesque Lounge, tra la ragazza e il barista Jack (Cam Gigandet) piovono cuoricini e la bile della primadonna rivale Nikki (Kristen Bell) torna al mittente con gli interessi. Trama prevedibile e scontata? Forse. Ma la verve del musical, si sa, quando c'è sta altrove: nell'esplosione di toni e colori, nel climax canoro che accompagna quello emotivo, nella tipicità ben disegnata dei caratteri. Nella capacità degli attori di personalizzare la banalità dei loro personaggi. Lodi sperticate al team tecnico, dunque. Ma non solo. Oltre ai maghi del backstage, i mastri scenografi, fotografi e costumisti, va incensata anche la bravura delle protagoniste. Allenate da anni di fisicità prorompente e costruita, Cher e la Aguilera eseguono magistralmente il repertorio erotico-burlesco di mosse, smorfiette e vezzosità che il copione richiede. E il resto, dal plot esile alle overdosi di miele, sbiadisce nella ricchezza delle scene, nell'eccesso patinato delle mise , nei tourbillon musicali. Perchè lo show, a volte, è tutto.

(recensione di Elisa Lorenzini )


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