sine, si scontrerà
con ricchi
filantropi
collusi, poliziotti
e politici
corrotti,
amministratori
delegati senza
morale. Il
tutto vestendo
l’abito
firmato della
paladina.
Nel finale
sciorina una
inutile e
retorica filippica
pro-verità,
quando il
direttore
(Martin Sheen)
decide di
non pubblicare
il pezzo rovente.
Deve valere
come esempio
negativo di
ciò
che non si
deve mai fare:
trasfigurare
un dramma
tangibile
in una finta
soap opera.
Riprovevole.
(recensione
di Daniela
Losini )