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Torna l’estate,
la stagione che tutti
aspettano: il bel
tempo, il mare, il
dolce far nulla e
la voglia di nuove
esperienze. Per noi
cinefili, ahimè,
la musica è
diversa. Proprio mentre
la stagione si fa
bella, le uscite in
sala s’intristiscono
e si sgonfiano esageratamente.
Boogeyman 2 entra
a pieno titolo in
questo grigiume generale:
le sale si riempiono
di horror di serie
b, ed eccone uno.
La storia è
presto detta: due
fratelli hanno assistito
ancora piccoli al
duplice omicidio dei
genitori, per mano,
a detta loro, dell’uomo
nero (boogeyman in
inglese per l’appunto).
Da lì non si
sono più ripresi,
perseguitati dalla
loro ossessione per
il buio e per chi
nel buio ci si nasconde.
Compiuti i 18 anni
la sorella minore
si rinchiude, prendendo
il posto del fratello
‘guarito’,
in una sorta di casa
di cura contro ogni
ossessione o fobia
per ragazzini spocchiosi
e viziatelli. |
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Proprio
in questo
scenario
claustrofobizzante
dovrà
fare
i conti
con
le proprie
angosce
in una
notte
di sangue
e terrore.
L’animus
dell’opera
è
quello
di affrontare,
in modo
semplicistico
ed infantile,
le paure
che
ci opprimono.
Studiarne
la genesi.
Trovare
un modo
per
affrontarle,
ed infine,
forse,
debellarle.
Il regista
Jeff
Betancourt,
al suo
primo
lungometraggio
dopo
aver
curato
l’edizione
di "The
grudge"
(1 e
2) e
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"The
exorcism of
Emily Rose",
ci regala
un film prettamente
di genere,
che strizza
l’occhio
a capisaldi
dell’industria
thriller-horror
di ieri e
di oggi: "Saw"
(vedi la presenza
dell’enigmistico
Tobin Bell
e di registratori
nascosti),
"Nightmare",
"Scream"
e, nell’intenzione,
tutto quel
filone giovanilistico
che negli
ultimi anni
ha cavalcato
quest’onda
lunga. Nonostante
gli illustri
riferimenti,
la storia
non avvince.
La dipartita
degli ‘internati’
è troppo
rapida, e
proprio per
questo motivo
l’intreccio
sembra accasciarsi
su sé
stesso. I
rapporti interpersonali
tra i personaggi
sono fragili
impalcature
su cui poggiare
i tediosi
intervalli
tra un omicidio
e l’altro.
Detta in soldoni,
la sceneggiatura
di Brian Sieve,
che sta già
scrivendo
"Boogeyman
3", non
regge la struttura
narrativa,
non crea quelle
aspettative
che dovrebbe.
La parziale
non riuscita
del film va
anche ricercata
in aspetti
tecnici che
non attengono
allo script:
la colonna
sonora viene
messa a scaldare
la panchina,
peccato capitale
per i crismi
del genere,
a favore di
un audio troppo
realistico,
invadente
e fuori luogo,
la regia e
la fotografia
sono di buona
qualità,
ma si mettono
ben poco a
servizio della
pellicola.
Difetto che
sembra ricorrere
nella produzione
horror più
recente. Pare
che, da "Saw"
in poi, i
registi stiano
progredendo
verso una
direzione
sbagliata:
la macchina
da presa si
limita a fotografare
tramite il
filtro della
realtà
gli efferati
omicidi dei
killer/mostri,
lasciando
in secondo
piano l’effetto
spettacolare
degli stessi.
Film come
"Il silenzio
degli innocenti"
e "Seven",
pur non appartenendo
al genere,
sono il manifesto
di una regia
che sa sfruttare
ed evidenziare
l’efferatezza
del gesto,
caricandola
di un significato
ben più
efficace e
raccapricciante,
facendo sì
che la stessa
resti fortemente
impressa nell’immaginario
comune di
appassionati
e non. Dal
canto suo
comunque Betancourt
è un
diligente
impiegato
dell’horror
attuale, timbra
il suo cartellino
e per questo
"Boogeyman
2" non
deluderà
chi vi si
affaccerà
con spirito
vacanziero
e compagnone.
Ormai nella
subcultura
urbana questo
genere di
horror fa
estate, non
meno di quanto
fa un buon
gelato, un
banale sceneggiato
tedesco nei
pomeriggi
delle tv commerciali
o una disinnescata
‘bomba’
di calciomercato.
(di Tommaso
Ranchino
)
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film "boogeyman
2"! |
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